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CNA giudica lesive le dichiarazioni di Franchini alla Commissione Antimafia

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Cosa sta succedendo in casa CNA-Fita? Tutto lascerebbe presumere che sia in corso una sorta di guerra tra la Confederazione e la presidente della sezione dedicata al trasporto. A confermare questa presunzione è giunto ieri uno stringato comunicato con cui la direzione nazionale della CNA prendeva le distanze – reputandole lesive della reputazione dell’associazione – dalle dichiarazioni che Cinzia Franchini avrebbe espresso davanti alla Commissione Antimafia, “in tournée” la scorsa settimana in Emilia per conoscere da vicino i dettagli dell’inchiesta sulle infiltrazioni malavitose in regione, nota come «Aemilia». Anche se la presa di distanza suonava particolarmente forte, una sorta di richiamo che precede un’espulsione. Giudicate voi: «La Direzione Nazionale della CNA… ha dato mandato, all’unanimità, al Presidente nazionale della CNA, Daniele Vaccarino, di «assumere tutti i provvedimenti previsti dallo Statuto, dal Regolamento e dal Codice Etico della CNA nazionale per condannare un atteggiamento contrario allo spirito della nostra Confederazione e al suo sistema valoriale».

Ma cosa avrebbe detto di così tanto grave e lesivo la presidente della CNA-Fita? Il riferimento era a un’intervista concessa da Franchini alla Gazzetta di Modena, nella quale, in sintesi, dichiarava di essersi sentita lasciata sola sul fronte antimafia, visto che i vertici nazionali della sua associazione «non hanno mai speso cinque minuti per parlare dei problemi dell’autotrasporto e delle pressioni che subiamo». Unico motivo di consolazione, secondo la presidente, la vicinanza dei «miei associati… anche quando qualcuno ha provato a mandarmi a casa. Se chiedo chiarezza nelle altre organizzazioni, devo farlo anche a casa mia e a qualcuno non sta bene, ma le evidenze ci sono tutte».

In più Franchini ha ricordato i nomi di una serie di imprenditori dell’autotrasporto che compaiono nell’inchiesta Aemilia, ma ha puntato anche  il dito sul sistema dei consorzi chiamati ad amministrare denaro pubblico in grande quantità, circa 200 milioni di euro. «Per accedere a quei soldi  – ha spiegato Franchini – bisogna raggiungere soglie elevate di fatturato e perciò in molti si consorziano. A quel punto il ministero dà i soldi ai consorzi che a loro volta li distribuiscono ai soci, anche a quelli colpiti da interdittive. Bisogna eliminare quella mediazione».

Alla notizia della presa di posizione della sua associazione, Cinzia Franchini ha reagito convocando una riunione della Presidenza Nazionale CNA-Fita per le opportune deliberazioni del caso e scrivendo un tweet in cui si dice «esterrefatta» per quanto accaduto: «Dopo la deposizione alla Commissione Antimafia per la CNA l’imputata sono io».

Sono soltanto le prime puntate di una vicenda destinata a durare ancora un po’. Torneremo ad aggiornarvi.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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