La logistica è uno dei settori maggiormente esposti ai cambiamenti prodotti dall’automazione e dall’Intelligenza artificiale sul mondo del lavoro. In primis, sono destinati a cambiare i ruoli maggiormente operativi, come quelli nei magazzini, già rivoluzionati da robotizzazione e digitalizzazione. Tra non molto toccherà agli autisti, destinati a fare i conti con la guida autonoma, ma l’onda è destinata a toccare anche le figure manageriali, quelle con attività cognitive non routinarie che, grazie all’impiego e allo sviluppo sempre più accelerato delle funzioni dell’AI, diventeranno più «democratiche», alla portata di professionalità medie che, con il boost dall’Intelligenza arti ficiale, acquisiranno un campo d’azione più ampio.
È questa, in sintesi, l’analisi sull’impatto delle nuove tecnologie sul lavoro nella logistica di Emilio Colombo, coordinatore scientifico di Ramstad Research e professore di politica economica alla Cattolica di Milano.
L’analisi parte dall’indagine di Randstad Research per Fondazione Randstad intelligenza artificiale e scienze umane) che ha quantificato l’impatto dell’IA sui lavoratori italiani, applicando tre diversi indici scientifici, vale a dire l’esposizione all’automazione, all’IA e al Machine Learning. Dalla ricerca emerge che la rivoluzione impatterà altamente sul lavoro di 10 milioni di persone in Italia e, tra i profili più colpiti dall’automazione, compare l’identikit del lavoratore di età compresa tra i 15 e i 24 anni, impiegato (anche) nella logistica.

Professore, a che cosa si deve questo primato della logistica?
È dovuto al fatto che molte funzioni proprie della logistica, in magazzino per esempio, sono automatizzabili già oggi con le tecnologie a disposizione e sono potenzialmente sostituibili con robot, software e Intelligenza artificiale. Il che ovviamente non significa che non ci siano più persone che ci lavorano, ma che queste persone dovranno cambiare ruolo, avranno mansioni di controllo di un meccanismo complesso, dovranno interagire con software e questo richiederà competenze più elevate.
Qual è l’impatto sugli autisti ?
Esistono già le metropolitane che viaggiano senza conducente. Noi pensiamo che molti altri trasporti saranno automatizzati . Sarà più facile in autostrada piuttosto che sulle strade cittadine, dove esiste maggiore complessità. Quindi anche qui la figura del conducente non scomparirà, ma come le altre professioni dei trasporti sarà fortemente interessata da un cambiamento. Un’evoluzione che in qualche caso sarà anche la soluzione per dinamiche in atto. Prendiamo la carenza di autisti di mezzi pesanti: la tecnologia sostituirà un lavoro che viene a mancare. E questo non è un vantaggio?
C’è chi comincia a temere una drastica riduzione dei posti di lavoro…
Questa è narrativa, ma dobbiamo guardare al contesto. L’Europa occidentale deve affrontare un fortissimo calo demografico. Da qui al 2030 perderemo circa 1,3 milioni di lavoratori e non possiamo pensare di sostituirli con i flussi migratori, perché le dimensioni sono troppo ampie. In un contesto di questo tipo è evidente che bisogna leggere la trasformazione tecnologica in un modo più ottimistico.
Occorre quindi lavorare sulle competenze?
Direi che è essenziale. I lavori non scompaiono, cambiano.

Come cambieranno le funzioni manageriali?
Sulle attività cognitive non routinarie, ovvero le funzioni manageriali con forte componente di qualificazione, impatterà moltissimo l’Intelligenza artificiale con un risvolto positivo, ovvero una sorta di democratizzazione delle attività. Mi spiego: finora alcune attività erano di esclusiva competenza di figure professionali altamente specializzate, con l’IA possono essere svolte anche da figure professionali mediamente specializzate, in grado di processare i dati, spezzando il monopolio e democratizzando le funzioni.
Un esempio?
Consideriamo la medicina, un ambito lontano dalla logistica, ma già attivo: alcune funzioni mediche negli Usa vengono svolte da infermieri specializzati con l’aiuto dell’IA. Questo significa che il medico si limita ad alcune attività diagnosti che particolarmente complesse, mentre quelle più standardizzate sono svolte da personale paramedico specializzato.
Quanto tempo abbiamo per gestire il cambiamento?
Parliamo di mesi, non di anni. Dobbiamo imparare a gestire il cambiamento con grande apertura e flessibilità per cogliere le opportunità che queste tecnologie comunque porteranno.
Questo articolo fa parte del numero di maggio/giugno 2025 di Uomini e Trasporti: un numero che contiene un’ampia inchiesta sui vantaggi di lavorare con l’intelligenza artificiale nel settore dell’autotrasporto, con numeri, scenari e voci dal settore.
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