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Confiscati 15 milioni di beni agli eredi di un trasportatore di Marsala

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La Cassazione ha disposto la confisca di 15 milioni di beni alla famiglia di un autotrasportatore di Marsala, Ignazio Miceli, scomparso nel gennaio 2010. Miceli era stato accusato di appartenere alla famiglia mafiosa di Marsala, anche se in realtà, dopo essere stato condannato in primo grado a 6 anni e 8 mesi, venne assolto in appello, nel marzo 2008, senza che fosse presentato ricorso in Cassazione.

Intanto però erano iniziato un altro procedimento, visto che la Direzione investigativa antimafia era intenzionata a porre sotto sequestro la società di autotrasporto di Miceli, la Afm Trasporti (intestata però a dei prestanome) i conti correnti e i 53 camion che componevano la flotta aziendale. Sequestro giustificato dal fatto che tale società risultava legata a quel patto stretto tra mafia e casalesi per il controllo del commercio di ortofrutta su diversi mercati generali. 

Dopo la morte dell’uomo i beni erano passati agli eredi, che ovviamente avevano interesse ad opporsi al sequestro. Ma oggi è arrivata la sentenza della Cassazione che dà il via libera alla confisca del patrimonio aziendale e quindi i 15 milioni di euro di beni vanno a finire nelle casse dello Stato.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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