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Crolla viadotto al passaggio di trasporto eccezionale: 1 morto e 5 feriti (compreso l’autista)

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È un bilancio pesante, un morto e cinque feriti, quello provocato ieri sera dal crollo di un cavalcavia sulla SS 36 Milano-Lecco, nei pressi di Annone Brianza, mentre transitava un camion con un trasporto eccezionale di pesanti bobine di acciaio autorizzato dalla provincia di Lecco. La persona deceduta, schiacciata all’interno della sua auto, è un uomo di 68 anni, Claudio Bertini, residente a Civate, mentre tra i quattro feriti ricoverati all’ospedale di Lecco con codici gialli ci sono tre bambini e l’autista del camion che è rimasto cosciente, ma ha ha accusato un forte trauma toracico

Per gestire l’emergenza sono giunte sul posto gli operai specializzati dell’Anas chiamati a tagliare le travi della campata della strada provinciale 49 ceduta sulla SS 36

Nella ricostruzione dei fatti emerge un rimpallo di responsabilità tra gli enti coinvolti. L’Anas fa sapere in un comunicato che il cantoniere addetto alla sorveglianza della tratta «già attorno alle ore 14.00, avendo constatato il distacco di alcuni calcinacci dal manufatto, ha disposto immediatamente la loro rimozione e la parzializzazione della SS36 in corrispondenza del cavalcavia». Quindi, davanti agli agenti della polizia stradale intervenuti, si è messo in contatto con gli addetti alla mobilità della Provincia di Lecco, che ha responsabilità rispetto alla viabilità sul cavalcavia, per sollecitare l’immediata chiusura della strada provinciale SP49 nel tratto comprendente il cavalcavia. Dall’altra parte la Provincia replica sostenendo di aver chiesto ad Anas un’ordinanza formale «che implicava l’ispezione visiva e diretta da parte del capocentro Anas, il quale si è attivato subito, ma proprio mentre giungeva sul posto il cavalcavia è crollato».

Quello che non appare ancora chiaro è come mai esiste un ente, come la Provincia, che ha competenza ad autorizzare, dietro compenso, il transito di trasporti eccezionali, ma poi davanti a una strada evidentemente logorata e pericolosa, e quindi inadatta al transito di un carico eccezionale, non può disporne la chiusura, ma deve richiedere a un altro ente, l’Anas, un atto formale in tal senso.

Il viceministro ai Trasporti, Riccardo Nencini, in un’intervista alla Stampa, sostiene che sicuramente dietro l’episodio c’è una responsabilità umana da appurare, anche attraverso una commissione d’inchiesta, che partirà la prossima settimana. Ma soprattutto Nencini ha ricordato che «dal 2008 al 2014 gli investimenti per le opere infrastrutturali, manutenzione compresa, sono scesi del 30-32 per cento con tutte le conseguenze negative del caso». Proprio per questo il governo ha raddoppiato le risorse assegnate ad Anas, destinando, solo alla manutenzione, 500 milioni di euro, cioè il 60 per cento in più dell’anno precedente. Inoltre, ha anticipato che il governo, d’intesa con le Regioni, intende ricondurre all’Anas la competenza su una parte della viabilità provinciale.

«È indispensabile – ha commentato anche Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto – che il principio della la responsabilità condivisa sia applicato ponendo a carico dei committenti e di coloro che trasportano pesi superiori alla norma le responsabilità che competono loro. È molto probabile infatti che le strutture del ponte si siano usurate nel tempo proprio per il continuo passaggio di autoveicoli che trasportano carichi eccezionali».


Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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