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Dalla terza lettera di Genedani al ministro dei Trasporti. Ma stavolta è Renzi

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E tre. Tante solo le lettere che Amedeo Genedani, in veste di presidente di Unatras, ha scritto in poco più di un mese al ministro dei Trasporti per chiedere un incontro urgente. Stavolta la indirizza allo stesso Matteo Renzi, ma non nella veste di presidente del Consiglio, ma in quanto neo ministro – seppure ad interim – dei Trasporti e delle Infrastrutture. La motivazione è sempre la stessa: chiedere un incontro urgente per affrontare alcune problematiche, che mettono in difficoltà le aziende di autotrasporto. Tanto che il saldo della natimortalità delle aziende di settore, ricorda Genedani, «negli ultimi cinque anni ha fatto registrare una perdita di 18.000 aziende di trasporto, una riduzione complessiva di circa il 25 per cento del parco mezzi pesanti conto terzi, con la conseguente discesa dei livelli occupazionali di quasi il 30 per cento».

Ma – spiega il presidente di Unatras – a far male all’autotrasporto italiano non è soltanto la crisi economica, quanto «la continua, incessante perdita di competitività delle nostre imprese a beneficio di quelle straniere, in particolar modo di provenienza dall’est Europa». Concorrenza «che si basa da un lato sulla possibilità di avere un costo del lavoro molto più basso di quello italiano e, dall’altro, sul mancato rispetto dei regolamenti comunitari che disciplinano il trasporto in cabotaggio ed il distacco internazionale». Una situazione, ricorda Genedani, che non riguarda soltanto lItalia, ma anche altri paesi europei, come la Francia e la Germania, «che hanno assunto azioni concrete a tutela delle aziende nazionali». Insomma, è tempo che anche il nostro paese faccia qualcosa. E questo qualcosa Unatras vorrebbe individuarlo insieme a Renzi.

Rispondera il presidente del Consiglio, nonché neoministro ai Trasporti?

Sicuramente la sua agenda e molto più costipata di quella di Maurizio Lupi, che lo scorso 12 febbraio prima e il 6 marzo dopo aveva ricevuto le lettere dell’Unatras e le aveva evidentemente cestinate. O forse – come dicono i maligni – era affaccendato in altro. Destino, questo, comune a tutti i ministri delle Infrastrutture che, a tempo perso, si occupano di Trasporti.

Si obietterà che per il prossimo 2 aprile c’è una convocazione da parte del direttore del Dipartimento dei Trasporti terrestri del ministero, Enrico Finocchi, ed è vero. Ma all’ordine del giorno non c’è la definizione di una strategia politica per far recuperare competitività all’autotrasporto, quanto una vicenda tecnica – comìè normale che sia – relativa alle modalità di distribuzione delle risorse stanziate dalla legge di Stabilità. Risorse utili per dare ossigeno al settore, ma forse – alla lunga – non a farle sopravvivere.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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