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E45, sequestrato viadotto a rischio crollo in Valsavignone

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La tragedia di Genova ha messo in moto una vera e propria caccia alle strutture stradali pericolanti in tutta Italia. A finire sul banco degli imputati è stato oggi il viadotto Puleto, un ponte della E45 a rischio crollo per “criticità estrema”. Il pilone, che sorregge un cavalcavia ormai completamente deteriorato, si trova a Valsavignone, in Toscana, a pochi km dopo il passo del Verghereto, nel comune di Pieve Santo Stefano.

L’immagine del cemento della colonna ormai completamente sgretolato, tanto da lasciare scoperti i ferri che sorreggono il ponte, aveva fatto da un po’ il giro dei social network e, dopo il video virale, è scattato stamattina il sopralluogo dell’autorità giudiziaria.

Arrivati sul luogo, cento operatori Anas e i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Arezzo hanno chiuso, su disposizione del Gip, il tratto di E45 a cavallo tra Toscana e Romagna. Il provvedimento sarebbe dovuto per la “criticità estrema” evidenziata dalla relazione tecnica svolta su richiesta della Procura, da cui sarebbe emerso il pericolo di collasso del viadotto.  In altri termini: la possibilità di un crollo era concreta. Lo stesso tratto, l’11 febbraio 2018, fu interessato da un cedimento di una scarpata, con il parziale cedimento di una piazzola.

La superstrada è stata chiusa alle 14 in entrambe le direzioni, tra gli svincoli di Canili e Valsavignone. Anas ha comunicato di “aver fornito ai periti della Procura tutti gli elementi conoscitivi tecnici sul viadotto per rappresentare al meglio le condizioni dell’infrastruttura e i lavori di manutenzione già avviati a dicembre, al fine di consentire una veloce riapertura al traffico ed evitare gravi disagi alla circolazione”.  Per quanto riguarda i percorsi alternativi sono in corso approfondimenti presso le sedi prefettizie interessate.

Duro il commento su Facebook di Silvio Faggi, segretario generale dell’Associazione autotrasportatori FIAP: “Purtroppo strade alternative in quel tratto non ce ne sono – ha detto – in quanto la vecchia Statale tiberina, con una decisione scellerata, a suo tempo venne abbandonata e ora non esiste più. Per aggirare il “tappo” o si percorre la A1 Bologna-Firenze oppure ci si affida ad autostrade alternative più a sud come la A24 e A25, anche queste ridotte in condizioni pessime. Non è il ponte Morandi – conclude Faggi – ma di questa botta ne risentirà tutta l’economia che si sviluppa lungo questo asse in Romagna e Umbria”.

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