Ecotassa francese e Sistri italiano. Cosa hanno in comune? In verità ben poco, se non che interessano entrambi i trasportatori. Peraltro non in maniera indiscriminata, perché il pedaggio sulle strade a scorrimento veloce in Francia si applicherebbe a tutti i veicoli pesanti, locali e stranieri. Il Sistri, invece, seppure ristretto nell’applicazione al settore dei rifiuti pericolosi, è obbligatorio esclusivamente per le aziende italiane. Con una discriminazione evidente che potrebbe fare la gioia di tanti stranieri.
Ma in realtà c’è un altro elemento su cui stabilire un parallelismo: sia l’ecotassa sia il Sistri sono due storie di inefficienza, di sistemi cioè che dovrebbero funzionare e che invece si fa fatica a farli andare. Tant’è che stentano a partire. Stentavano, a dire il vero, perché il Sistri il 1° ottobre dovrebbe ufficialmente prendere il via.
La grande differenza invece risiede nel diverso approccio con cui le amministrazioni francesi e italiane hanno gestito l’inefficienza. I francesi – come si legge letteralmente nel comunicato del ministero che ha fatto slittare l’ecotassa dal 1° ottobre al gennaio 2014 – ammettono candidamente che nelle «verifiche effettuate questa estate sono state rivelate alcune disfunzioni che devono essere assolutamente corrette prima della messa in funzione del dispositivo». In che modo? Molto semplice: chiedendo «al partner tecnico (Ecomouv, ndr) di predisporre nei tempi più stretti un dispositivo modificato, conformemente al contratto di partenariato». Insomma, imputandogli una penale, perché se il sistema non funziona – dice in pratica il governo di Parigi – non si può chiedere alle aziende e a chi lavora di sopportarne i costi e le disfunzioni.
Esattamente il contrario di ciò che ha fatto il governo italiano rispetto al Sistri. Il quale si rende perfettamente conto che c’è qualcosa che non funziona. Prova ne sia che già prevede di posticipare di sei mesi il secondo step (del 3 marzo 2014) se non si riuscisse a eliminare le criticità. Prova ne sia che per i primi sei mesi (a partire da ottobre) le sanzioni per le infrazioni meno gravi saranno irrogate soltanto quando la stessa azienda ha già commesso in precedenza altre tre infrazioni. E comunque, intanto si parte. Se poi le aziende incontreranno difficoltà, disfunzioni, inefficienze si vedrà di risolvere a posteriori la cosa. Certo, i rinvii sono stati in passato tanti e tali che risulta difficile continuare sulla stessa falsa riga. Ma d’altra parte le anomalie – per non parlare dei risvolti penali – della vicenda sono stati tanti e tali che varrebbe la pena di soppesare bene l’impatto che il sistema produrrebbe su quelle imprese che peraltro, in passato, hanno già pagato tanto in termini di tempo e costi. E invece no.
E allora il risultato finale di questo confronto Ecotassa-Sistri è uno soltanto: Francia batte italia 2-0.