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Emergenza caldo: al via il confronto per l’applicazione del Protocollo nazionale nell’autotrasporto e logistica

Con una lettera i sindacati confederali hanno chiesto alle 24 associazioni datoriali firmatarie del CCNL trasporti e logistica di avviare un confronto sul Protocollo nazionale a tutela dei lavoratori del settore. Tra le indicazioni del documento sottoscritto presso il ministero del Lavoro, la possibilità di ricorrere alla Cassa integrazione ordinaria, ma anche di variare i turni anticipando l’inizio delle attività. Obbligatorio l’aggiornamento dei piani di sicurezza anche per chi opera in subappalto

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Avviare subito un confronto tra le parti sociali e le associazioni datoriali per dare una risposta concreta e migliorare le condizioni di lavoro nella logistica e autotrasporto durante le forti ondate di calore che stanno interessando tutta l’Europa. E’ questo l’obiettivo della lettera partita ieri, firmata dai sindacati confederali FiltCgil, FitCisl e Uiltrasporti e indirizzata alle 24 sigle datoriali, firmatarie del CCNL trasporto e logistica nella quale si chiede di avviare un confronto a tutela della salute dei lavoratori del settore alla luce del “Protocollo quadro per l’adozione delle misure di contenimento dei rischi lavorativi legati alle emergenze climatiche negli ambienti di lavoro”, sottoscritto a livello nazionale il 2 luglio scorso. La lettera fa riferimento anche all’applicazione dell’articolo 46 del CCNL che, come ricordato da un nostro recente articolo, già prevede misure a tutela dei lavoratori in caso di condizioni climatiche estreme. 

Le misure del Protocollo nazionale

Il protocollo, sottoscritto al ministero del Lavoro, prevede infatti proprio il confronto tra le parti sociali per l’applicazione a livello territoriale e settoriale, inoltre le misure più importanti verranno recepite in un decreto del ministero di Via Veneto: si tratta di un intervento articolato e strutturale che introduce misure operative concrete, dalla Cassa integrazione automatica in caso di sospensioni, alla riorganizzazione di turni e orari, fino alla valutazione del rischio microclimatico nei Piani di sicurezza, con l’intento dichiarato di prevenire infortuni, malattie professionali e situazioni di malessere nei contesti lavorativi.

Tra le novità più importanti, l’utilizzo esteso e automatico degli ammortizzatori sociali, in particolare della Cassa integrazione ordinaria (CIGO), per tutte le ipotesi di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro causate da eventi climatici estremi. Le ore di cassa integrazione richieste in questi casi non verranno conteggiate nel monte ore massimo previsto per legge, riconoscendo così il carattere straordinario dell’interruzione. Un altro punto importante riguarderebbe le imprese: non saranno ritenute responsabili per i ritardi nelle consegne legati a fermi produttivi causati dal caldo estremo, purché l’interruzione sia giustificata da ordinanze o protocolli ufficiali.

Quattro le aree prioritarie di intervento, tra cui informazione e formazione dei lavoratori sui rischi legati al caldo e sulla prevenzione, la sorveglianza sanitaria, la fornitura di abbigliamento idoneo con i DPI adeguati, riorganizzazione dei turni con possibilità di anticipare l’orario di lavoro, la predisposizione di ambienti climatizzati e ombreggiati. Le misure dovranno essere esplicitate nei Piani di sicurezza e coordinamento delle aziende, anche per quelle che operano in subappalto

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