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Ex Ilva, Morea: «Se non si pagano ai trasportatori i 10 milioni di crediti, la situazione rischia di degenerare»

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«Al momento siamo al completo stallo, non ci sono notizie chiare né nulla di certo. Se i pagamenti non verranno saldati c’è un forte rischio che chi presidia non faccia più entrare i mezzi che stanno alimentando gli altiforni, con il pericolo che la situazione degeneri rapidamente». Paolo Morea, direttore del Can di Noci e vicepresidente di Federtrasporti, lancia l’allarme per la vicenda dell’ex Ilva che sta creando tensioni e proteste anche da parte dell’indotto e dei fornitori dell’impresa. 

«Come Can siamo fornitori di ArcelorMittal – spiega Morea – Non siamo tra quelli che manifestano alla portineria dello stabilimento, però ci stiamo astenendo dal lavoro per reagire al mancato pagamento delle fatture del mese di agosto. Attualmente dalla fabbrica non esce materiale e nessun consorzio o agenzia sta caricando, mentre il materiale in entrata è il minimo indispensabile per alimentare gli altiforni. A dirla tutta, troviamo incomprensibile l’atteggiamento della multinazionale indiana di lasciare a terra i fornitori».

«Abbiamo già un precedente con la ex amministrazione straordinaria – continua il direttore – per alcuni crediti che non sono stati saldati. Per il momento questi sono fermi al Tribunale di Milano e attendiamo la sentenza sulla richiesta di prededucibilità dei crediti stessi, a cui si sono poi aggiunti quelli nei confronti di ArcelorMittal. Abbiamo fatto le lettere di mora, ma se queste dovessero rimanere senza risposta dovremo procedere con gli atti ingiuntivi».

Secondo Morea, sulla cifra di circa 60 milioni di euro dovuti ai fornitori dell’indotto, almeno 10 milioni interessano i trasportatori.

Per quanto riguarda il futuro della vicenda, il vicepresidente di Federtrasporti è preoccupato: «Credo che lo stabilimento verrà salvato, ma per rimettere in moto la struttura bisogna affrontare e risolvere non pochi problemi. Quello degli esuberi, innanzi tutto, il blocco dei pagamenti e il proseguo del lavoro, vale a dire come si delineerà il nuovo assetto e se ci sarà il subentro. Nel frattempo le ispezioni della Guardia di Finanza, disposte dai Tribunali di Taranto e di Milano per capire se sono stati occultati o meno materiali, non lasciano tranquilli. L’aria si sta facendo molto pesante, il nervosismo è alle stelle, anche perché i trasportatori di Taranto hanno il lavoro basato quasi esclusivamente sull’ex Ilva. Comunque anche per noi il mancato pagamento sarebbe una bella botta. Non ci resta dunque che attendere il corso degli eventi e sperare in una soluzione soddisfacente per tutti».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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