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Fermato camion con tachigrafo taroccato, la polizia indaga (e denuncia) azienda e officina

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Non c’è niente che dà maggiore soddisfazione del vedere un luogo comune andare in frantumi. La storia che vi raccontiamo oggi, infatti, ha un profumo di efficienza di stampo apparentemente teutonico, ma in realtà si sprigiona all’ombra del Vesuvio.

I fatti iniziano nel modo più tradizionale possibile. Una pattuglia della polizia stradale di Napoli (distaccamento di Nola) nella tarda mattinata dell’11 novembre ferma un camion vicino allo svincolo per Nola della SS 7 Bis Variante. Era sufficiente un rapido controllo per appurare che, per inibire il funzionamento del tachigrafo, era stato installato un sistema elettronico che, grazie a un microchip sistemato sulla leva del cambio, consentiva di azionare e staccare le registrazioni con un semplice telecomando. Almeno fin qui, niente di nuovo.
La cosa interessante è che i poliziotti non si fermavano a valutare le responsabilità dell’autista, ma puntavano dritto sull’azienda proprietaria del camion. Non tanto facendo il solito verbale, ma disponendo un controllo a tappeto dell’intero parco veicolare dell’azienda situata a Volla, sempre vicino Napoli. E lì, in tempi sempre teutonici, gli stessi agenti si accorgevano che in effetti su un altro veicolo era stato montato lo stesso identico sistema.

Ma non è ancora finita. Perché la tenace polizia partenopea indagando sui componenti utilizzati per realizzare il sistema e svolgendo rapide indagini, arrivava in fretta ad appurare anche le due officine in cui erano stati montati i due congegni stacca-tachigrafo: la prima a Sant’Anastasia e la seconda a San Gennaro Vesuviano. E lì, proseguendo nelle ispezioni, si trovava un completo campionario di materiale da usare per il taroccamento e, tra le altre cose, in qualche angolo nascosto, anche sostanze stupefacenti già insacchettate.

Alla fine di tutta questa vicenda, quattro persone, tutte in concorso tra loro, sono state private della patente di guida e poi denunciate alla Procura della Repubblica di Nola per rimozione e alterazione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, vale a dire il reato previsto dall’art. 437 del codice penale. Per una quinta invece scattava la segnalazione alla Prefettura di Napoli per detenzione di sostanze stupefacenti.

Particolare non secondario: tutto quanto raccontato è iniziato nella tarda mattinata di venerdì 11 novembre e si è concluso nell’arco della giornata. In Germania non avrebbero saputo far meglio…

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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