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FIAT-Mitsubishi, un accordo per produrre pickup

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«Fiat Group Automobiles e Mitsubishi Motors Corporation hanno annunciato la firma di un Memorandum d’Intesa non vincolante relativo alla possibilità di sviluppare e produrre un pickup medio, fornito da Mitsubishi e basato sulla prossima generazione del L200». Questo è il testo diffuso nei giorni scorsi da Fiat e Mitsubishi dopo la pubblicazione di notizie relative all’accordo di massima relativa ai pickup. I due gruppi sembrano volersi muovere con grande cautela (pochissime informazioni, l’accordo definito «memorandum d’intesa non vincolante» e per di più avente per oggetto non ancora un programma di produzione ma «la possibilità di sviluppare e produrre»… Insomma, a quanto pare i dubbi e i nodi da sciogliere non sono pochi, ma d’altro canto il soggetto è più che interessante e c’è da credere che, salvo disguidi o incomprensioni, tra non molto tempo si vedranno appunto dei pick up con la stessa base e carrozzeria diversificata a seconda del marchio che avranno: Fiat Professional o Mitsubishi.

Questo in base alla scarna ufficialità. Al di fuori dei comunicati stampa provenienti dalle due Case, ci sono alcune informazioni che delineano un po’ meglio le prospettive dell’operazione. Il modello per così dire «condiviso» sarebbe l’imminente generazione del Mitsubishi L200, atteso per il 2016, dunque un modello in sintonia con la categoria dei pickup di origine asiatica, di dimensione più contenuta rispetto a quelli statunitensi. La precisazione è da fare per rispondere alla osservazione che viene spontanea nel leggere di accordi tra Fiat Professional con una casa giapponese: i pickup prodotti dai marchi americani del gruppo Chrysler, sono appunto più grandi e hanno un’impostazione differente. La produzione avverrà nello stabilimento Mitsubishi di Laem Chabang, in Thailandia. La differenziazione riguarderà il profilo esterno. Aree di diffusione del modello con marchio Fiat Professional dovrebbe essere quella dell’Emea (Europa e Medio Oriente) con possibilità di estensione successiva anche all’America Latina. Non ci sono ancora indiscrezioni invece relative ai motori impiegati.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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