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Alpe Adria, l’anticiclica: fatturato a +49% e traffici intermodali a +80% nel primo semestre 2022 

Malgrado il contesto internazionale turbolento, la società partecipata in modo paritetico da Regione Friuli, Mercitalia e Autorità portuale di Trieste per facilitare lo sviluppo dell’intermodalità, cresce in modo importante, con traffici in aumento soprattutto verso la Germania. E per il futuro, oltre all'incremento della capacità produttiva a 25 mila treni(anno entro il 2026, rilancia con progetti mirati sul Corridoio Baltico, su quello dei Due Mari e su quello che porta in UK

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Si muove con il vento in poppa Alpe Adria. La società partecipata in modo paritetico da Regione Friuli Venezia Giulia, Mercitalia (come mano del Gruppo Ferrovie dello Stato) e Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale per incrementare le connessioni ferroviarie da Trieste con l’Europa, ha chiuso il primo semestre 2022 con 6.000 treni operati e 700.000 TEUs movimentati (tra traffico intermodale terra e mare), con una crescita rispettivamente del 40% e dell’80% rispetto al 2021. Così anche il fatturato è previsto intorno ai 78 milioni di euro, in aumento del 49% rispetto alla fine dell’anno precedente.

Il CEO di Alpe Adria, Antonio Gurrieri

Il CEO della società, Antonio Gurrieri, parla non a caso di «nuova pelle» di Alpe Adria, sottolineando la sua capacità di tenersi in forma anche quando intorno la crisi internazionale diventa sempre più tangibile. Per capire in che direzione è cresciuta Alpe Adria conviene prendere una cartina geografica: i treni da e verso la Germania sono cresciuti del 108%, quelli con l’Austria del 5%, quelli per l’Ungheria del 10%, quelli per la Repubblica Ceca del 9%.

Gurrieri, per giustificare questi dati, parla di un felice contesto economico che vede «il porto di Trieste all’ottavo posto in Europa per milioni di tonnellate di merci movimentate e primo porto in Italia per treni intermodali operati». E poi guardando oltre ricorda che con il potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria programmato dagli investimenti in corso, si arriverà a una «potenziale capacità ferroviaria di 25.000 treni/anno entro il 2026».

E poi ci sono ovviamente i vantaggi ambientali, che a conti fatti hanno determinato un taglio del 33% delle emissioni di CO2, quantificato in 107 mila tonnellate in meno. 
Ma guardando in avanti il CEO ha ricordato diversi progetti in fase di concretizzazione. È il caso del corridoio baltico, che collegherà il porto di Trieste con il terminal ferroviario di Kaunas (Lituania), incrementando l’interscambio tra Italia e Lituania. O ancora del corridoio dei Due Mari, che mira a sviluppare un sistema integrato di infrastrutture e servizi di logistica intermodale sul corridoio Est-Ovest (Cervignano-Padova-Milano-Alessandria), sulle linee di adduzione portuali di Genova e Trieste e su quelle dei valichi internazionali.
O, infine, del corridoio UK che – ha chiarito Gurrieri – «sfrutterà l’attuale connessione ferroviaria
Trieste-Bettembourg e potrà contare su un’ulteriore connessione con il porto di Zeebrugge, consentendo così il raggiungimento del mercato UK via nave». Il tutto avvalendosi della collaborazione di CFL Multimodal e Mercitalia Rail.
Da ultimo c’è da ricordare un’azione commerciale che passa tramite partnership con territori strategici. Esemplare in tal senso il fatto che Alpe Adria svilupperà il proprio network intermodale su tre direttrici:
Trieste-Cervignano, Trieste-Duisburg e Trieste-Belgrado. Inoltre, oltre ad avere uffici a  Budapest e a Bruxelles, entro fine 2022, costituirà una Newco anche a Monaco di Baviera, in Germania.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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