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Italia batte Francia: da noi aumentano le imprese di trasporto, da loro è boom di fallimenti

Oltralpe esplode il numero di fallimenti investendo in generale l'economia e punendo ancor più l'autotrasporto, che nel 3° trimestre 2022 vede fallire 263 aziende a fronte di 133 dello stesso periodo del 2021. In Italia, invece, l'Istat malgrado non registri segnali positivi, indica tra i pochi settori in crescita nel 2° trimestre 2022 proprio il trasporto, con una crescita di nuove registrazioni del 31,4%. E anche i fallimenti sono in diminuzione

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Il termometro dell’economia europea segna una febbriciattola strisciante. Però non si può generalizzare, perché andando a vedere i dati più in dettaglio, risulta che la temperatura in Italia – seppure i dati guardano comunque indietro – non è particolarmente alta. O per lo meno, è molto più bassa che in Francia. E la cosa strana è che mentre Oltrealpe l’autotrasporto risulta messo peggio rispetto ad altri settori, da noi risulta addirittura tra quelli trainanti. Lo dicono i numeri.

La febbre francese

Partiamo dalla Francia dove nel 2022 – stando al barometro di Altares – si sono registrate 42.500 insolvenze con un incremento rispetto all’anno precedente del 49,9%. E la tendenza non volge al meglio perché soltanto nel quarto quadrimestre ce ne sono state 12.256. L’autotrasporto non è indenne, anzi. Anche perché, dicono i dati, le aziende più colpite sono quelle piccolissime, il cui livello di insolvenza è cresciuto in un anno del 95,8%, quando quello delle piccole e delle medie imprese è aumentato rispettivamente del 92,2 e del 73,7%. E in generale si sa che l’autotrasporto è un comparto affetto da nanismo aziendale. Prova ne sia che proprio questo settore tocca una percentuale di crescita dell’insolvenza molto più alto rispetto a quella media. Perché se questa è – come ricordato – del 49,9%, quella dell’autotrasporto è del 71%. Visti più da vicino, i numeri parlano di 432 insolvenze nel secondo trimestre 2022, quando nel 2021 sera state 252.

Ancora più allarmanti i dati sulle insolvenze che si sono già trasformate in fallimenti. Perché nel terzo trimestre 2022 sono fallite in Francia 263 aziende di autotrasporto, a fronte delle 133 saltate nello stesso periodo del 2021. Vale a dire che, almeno per questo lasso temporale, l’incremento dei fallimenti è pari al 98%.

Il malessere italiano “curato” dal trasporto

E in Italia? Beh, vi stupirà, ma il vento sembra soffiare se non in direzione opposta, in maniera molto molto più mite. Pensate che i dati Istat registrano nel secondo trimestre 2022 un netto incremento proprio delle registrazioni di nuove imprese di trasporti, parti al 22,6%. Ci sono flessioni ma riguardano altri settori, in particolare le costruzioni (-12,4%). E comunque se anche a livello tendenziale emergono le flessioni importanti del commercio (-21,2%) e dei servizi di informazione e comunicazione (-17,7%), i settori che registrano la maggiore crescita sono proprio i trasporti, con un aumento del 31,4%, e gli esercizi ricettivi e di ristorazione, che salgono dell’11,7%.

Rispetto ai fallimenti, poi, il dato va addirittura controcorrente, perché il numero di imprese fallite nel secondo trimestre del 2022 risulta in flessione sia rispetto al trimestre precedente (-2,0%) sia nel confronto con lo stesso trimestre del 2021 (-14,7%).

Istat, commentando i dati, non parla di situazione rosea. Al contrario in termini tendenziali parla di «evoluzione complessivamente sfavorevole», però sottolinea una «ripresa» in corso in due settori in particolari: i trasporti e il magazzinaggio e i servizi di alloggio e ristorazione. Con la differenza che questi ultimi crescono perché rimbalzano rispetto al periodo pandemico e postpandemico, i primi invece non si sono mai praticamente fermati.

Poi, come detto, si deve tener conto che i dati si riferiscono al secondo trimestre 2022, il momento in cui esplodeva sì la guerra in Ucraina, ma in cui l’economia beneficiava ancora di un abbrivio significativo. Poi l’inflazione è cresciuta, così come i tassi di interesse e i prezzi dei carburanti. Tante aziende di autotrasporto hanno dovuto fare a meno del rimborso accise e magari hanno trovato meno clienti rispetto a quando, per tutto il 2021-2022, la domanda di trasporto superava l’offerta. Insomma, attendiamo di vedere i dati dei periodi successivi, però anche questi hanno un valore.

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