Il 2022 sta chiudendo in modo anomalo per il mercato dei veicoli industriali, con un interessante rimbalzo di fine anno. Dai dati diffusi dal Centro Studi e Statistiche UNRAE, infatti, emerge chiaramente una crescita a doppia cifra a novembre grazie a 2.141 unità immatricolate contro le 1.909 del 2021 (+12,2%). Grazie a questi volumi anche l’anno ritorna a vedere il segno positivo, visto che le immatricolazioni dei primi undici mesi dell’anno diventano 23.036 rispetto ai 22.984 dello scorso anno, quindi uno 0,2% in più. Potenza in particolare del segmento dei veicoli sopra le 16 ton, che segnano il +15,3% rispetto allo scorso anno. Chiude, invece, in negativo la fascia di peso medio-leggera sotto le 16 t, a -13,7% sul 2021, mentre registrano una decisa ripresa i mezzi leggeri sotto le 6 t (+77,5%).

Tutto bene, quindi? Fino a un certo punto. Il presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’UNRAE, Paolo A. Starace, seppure accoglie con favore il dato relativo al mercato dei veicoli industriali di novembre, sottolinea pure «ancora una volta come il basso volume di immatricolazioni di veicoli elettrici e l’assenza di uno specifico piano infrastrutturale rivolto ai veicoli industriali con alimentazioni alternative a bassissime o zero emissioni, rischino di compromettere la transizione ecologica del settore e di rendere vani gli ingenti investimenti profusi dalle Case costruttrici».
Secondo Starace è «fondamentale un piano di sostegno alla decarbonizzazione del trasporto merci su gomma e a questo proposito abbiamo chiesto al Governo il riconoscimento per il prossimo quadriennio di un fondo ad hoc da 250 milioni di euro annui per il rinnovo in ottica ambientalmente sostenibile del parco circolante dei veicoli industriali, caratterizzato ad oggi da un’anzianità media di oltre 14 anni».