La Commissione europea ha iniziato a ribellarsi alla legislazione fai-da-te di tanti paesi comunitari, comprese quelle relative al cabotaggio. In effetti, nell’ultimo anno sono state prese molte decisioni da Stati nazionali che cercano in qualche modo di limitare il cabotaggio all’interno del proprio territorio, per lo meno quello che raggiunge forme illegali. L’Italia, per esempio, ha approvato una legge con cui è stata creata l’inversione della prova documentale, rimettendo l’onere di dimostrare la regolarità del trasporto direttamente al vettore fermato dagli organi di controllo. Legge che comunque a Bruxelles non hanno contestato. Anche perché altri paesi prendono iniziative molto più spinte.
Pensate che la Finlandia, invece di recepire il principio per cui il cabotaggio è ammesso all’interno di un trasporto internazionale, soltanto per tre ricarichi effettuati sul territorio nazionale in una settimana, ha cambiato i numeri, disponendo che sono possibili soltanto fino a dieci trasporti nell’arco di un mese.
La Danimarca, invece, ha modificato la legge per stabilire che nel conteggio un’operazione di cabotaggio investe soltanto il momento dello scarico o quello del carico, ma non possono essere conteggiati entrambi all’interno di un’unica operazione.
Sia la normativa finlandese sia quella danerse erano state giudicate contrarie dalla Commissione alla legislazione comunitaria e quindi Bruxelles aveva invitato i relativi governi a modificarle. Adesso, siccome né la Finlandia né la Danimarca si sono adeguate all’invito, la Commissione europea ha deferito entrambi i paesi alla Corte di Giustizia che ha sede in Lussemburgo. E se anche tale Corte la penserà allo stesso modo della Commissione scatteranno le conseguenti sanzioni.