Ci sono alcune cose che apprezzi veramente soltanto quando ti vengono a mancare. L’Europa di Shengen, lo spazio continentale senza controlli alle frontiere per i trasportatori europei è un vantaggio considerevole in termini di tempo. Con il ricomparire dei controlli dovuti alla crisi migratoria, ma anche soltanto con tutte le lungaggini che si stanno creando in queste settimane lungo molti confini dell’Unione europea le aziende di autotrasporto impegnate in trasporti internazionali si troveranno gravate di extracosti considerevoli.
In particolare dalla scorsa settimana anche Germania e Austria stanno ricominciando a effettuare controlli lungo i confini sud-orientali, ma iniziative analoghe sono state intraprese lungo l’intero confine nazionale dalla Slovacchia, dalla Repubblica Ceca e dall’Ungheria. Peraltro, Polonia e Paesi Bassi hanno già annunciato di essere intenzionati a fare altrettanto. Infine, notevoli disagi si registrano da settimane anche lungo la rotta verso la Gran Bretagna, a causa delle difficoltà esistenti nell’oltrepassare il tunnel preso d’assalto dai migranti.
Tutte queste iniziative hanno prodotto già nei giorni scorsi un rallentamento del traffico pesante e hanno finito per creare lunghe code ai confini di tutti i paesi ricordati. Certo, laddove i controlli sono presenti soltanto in un’area di confine e non in un’altra gli uffici traffico possono sempre decidere di far seguire ai veicoli aziendali un diverso itinerario così da aggirare il problema. Ma cambiare strada significare fare anche più chilometri e quindi spendere di più. Insomma, lo stesso viaggio improvvisamente diventa meno produttivo e lascia nelle casse aziendali margini inferiori.
TLN, associazione di categoria olandese, ha provato a fare due conti, anche se ovviamente riferiti al trasporto dei Paesi Bassi. In generale, secondo l’associazione, i veicoli olandesi sopra le 3,5 ton oltrepassano 7,5 milioni di posti di frontiera ogni anno, 24.000 al giorno. Ora, calcolando il ritardo temporale creato dalle code, gli extracosti relativi alle spese di documentazione e di formattazione, le eventuali penali da pagare nel caso in cui si alimentino catene di montaggio in just in time alle quali si arriva a scaricare in ritardo, è venuta fuori una cifra da capogiro: 600 milioni di extra costi all’anno. Ovviamente da spalmare sul’intero settore nazionale. Ma in ogni caso sono sempre una cifra considerevole.