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Il Sistri ancora in stallo: in vista due pezze normative

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Torniamo a parlare di Sistri, anche perché a partire dal 2017 dovrebbe terminare il regime del doppio binario (formulario cartaceo e scheda SISTRI) e trovare applicazione le sanzioni per la mancata applicazione del Sistri telematico. A quel punto dovrebbe anche partire la nuova fase, gestita dal raggruppamento di imprese che si è aggiudicato la gara per la gestione (Telecom, Almaviva, Agriconsulting), tramite una concessione da 260 milioni di euro. Ma il condizionale è d’obbligo, perché di fatto dopo quattro mesi dalla conclusione della gara un contratto non è stato ancora firmato. A rallentare il tutto c’è stata anche un’ordinanza del TAR Lazio (datata 10 novembre 2016) che all’atto pratico non ha interrotto la concessione, ma ha dovuto comunque prendere atto di un ricorso presentato da un altro raggruppamento sconfitto, composto da Exitone, Dedalus e Lutech, in cui si sostiene che nell’aggiudicazione non si sono tenuti in considerazione i criteri per la procedura di verifica obbligatoria previsti in caso di individuazione di offerte «anormalmente basse». E siccome questo ricorso verrà discusso soltanto il 25 gennaio 2017, tutto lascia presupporre che fino a questa data di contratti non se ne vedrà l’ombra e quindi con ogni probabilità si dovrà mettere prima o poi una pezza alla questione, con l’approvazione di una norma dell’ultima ora.

 

Ma se questo capitolo non cammina, ce n’è anche un altro che non parte nemmeno e che forse necessita una seconda pezza. È quello che riguarda il monitoraggio dell’attuazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti, che il ministero dell’Ambiente intendeva affidare a Sogei, una società direttamente controllata dallo stesso ministero. Proprio per questo il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha giudicato non corretta l’operazione. Al ministero, in realtà, avevano posto a fondamento dell’affidamento un parere dell’Avvocatura di Stato, secondo cui era possibile per un ministero affidare in maniera diretta all’ente partecipato al 100% da un altro ministero un appalto di servizi, senza ricorrere alla disciplina comunitaria. Ma secondo Cantone si tratta di un’interpretazione non corretta, in quanto il parere faceva riferimento a ipotesi diverse rispetto a quella sussistente nell’appalto a Sogei. Quindi, anche in questo caso, l’unica strada sarebbe quella di aggirare la problematica attraverso una leggina ad hoc o, se preferite, tramite una seconda pezza normativa.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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