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Il Viminale alza le misure di sicurezza contro i camion-killer. Critica Conftrasporto

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Il terrorismo fa alzare barriere e fatalmente qualcuno rimane dall’altra parte. Normale, quindi, che dopo i fatti di Berlino si alzi l’allerta e il livello di attenzione intensificando le misure di vigilanza e di sicurezza. Questo almeno è stato deciso dal Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (CASA) al quale hanno partecipato, oltre ovviamente al ministro dell’Interno, Marco Minniti, i vertici nazionali delle Forze di Polizia e dei servizi di Intelligence.

Si tratta spesso di misure di difesa passive nei luoghi più frequentati finalizzate a scongiurare il rischio dei camion-killer. Ecco allora il potenziamento dei controlli sull’ingresso dei veicoli pesanti in città come avverrà a Roma, mentre a Milano in una decina di punti della città più frequentati (asse San Babila – Piazza Duomo – Castello Sforzesco, piazza Gae Aulenti, Darsena), sono state posizionate barriere antisfondamento new jersey in cemento armato, dal peso di circa 40 quintali l’una, mentre l’accesso dei camion verrà monitorato tramite telecamere. A Genova invece si farà ricorso a dissuasori capaci di bloccare i mezzi pesanti a difesa dei luoghi ad alta concentrazione di turisti. A Firenze si terranno d’occhio i camion e si rafforzerà la vigilanza negli accessi agli obiettivi sensibili e nelle aree di maggior afflusso di persone. E l’elenco potrebbe continuare….

Tutto bene, allora? Non troppo. Conftrasporto, per esempio, ha giudicato fin troppo eccessiva questa strategia. «La piaga del terrorismo – ha precisato il presidente Paolo Uggènon è certo risolvibile introducendo divieti per coloro che per lavorare devono viaggiare. Ulteriori restrizioni alla circolazione dei mezzi pesanti, dei Tir e persino dei pullman non ci trova d’accordo: sarebbe in contrasto con il diritto alla libera circolazione delle persone e delle merci, oltre che inutile perché sposterebbe solo l’attenzione dei ‘lupi solitari’ verso altri strumenti».

Come comportarsi allora in questa fase? «Ciò che necessita è una politica dei controlli a campione adeguata, costante e coordinata. Le decisioni affrettate diffondono l’ansia nella popolazione e danno solo una risposta ai fenomeni di populismo. Per una maggior sicurezza – ha concluso Uggè – non necessitano misure utili a far vedere che si fa qualcosa (del resto i Tir già non entrano nei centri urbani, o in modo molto limitato)».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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