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Imputabili ai camion solo il 6,4% degli incidenti del 2013 e il 5% mortali

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Autocarri, autotreni e autoarticolati sono solo il 6,4% dei veicoli coinvolti in incidenti stradali. Il rapporto ACI-ISTAT sull’annata 2013 smentisce ancora una volta il luogo comune che vede i TIR protagonisti negativi principali dei sinistri su asfalto. L’anno scorso, infatti, i veicoli pesanti coinvolti in incidenti sono stati 21.525 (6,4% del totale), con 148 morti (5,2%) e 7.380 feriti (3,1%). Una percentuale estremamente bassa, specie se paragonata a quelle delle autovetture (226.185 auto coinvolte, con 1.479 morti e 148.862 feriti), dei motocicli/ciclomotori (57.978, 849 morti, 58.359 feriti) o addirittura delle biciclette (17.748, 251 morti, 16.819 feriti). La fondamentale sicurezza dei mezzi pesanti viene indirettamente confermata anche da un altro dato: sulle strade urbane si sono verificati 136.438 incidenti (75,3% del totale), mentre sulle autostrade – maggiormente frequentate dal trasporto merci – i sinistri sono stati appena 9.265 (5,1%), anche se la riduzione di incidenti, morti e feriti è più contenuta rispetto alle città (rispettivamente -1,5%, -2,7% e -2,6%).

La buona notizia è che, in generale, la mortalità è in calo (-9,8%), soprattutto tra ciclisti (-14%) e motociclisti (-14,5%). Per i trasporti pesanti l’indice di mortalità (ovvero il rapporto tra numero di conducenti/passeggeri morti e numero di veicoli coinvolti in incidenti stradali) si mantiene comunque stabile rispetto al 2012: circa 0,7 morti per 100 veicoli coinvolti.

In complesso nel 2013, nella UE a 28 Paesi, sono decedute per incidenti stradali 26.010 persone contro le 31.595 del 2010, con una riduzione percentuale generale (-17,7%) che è la stessa registrata in Italia. Sulle nostre strade si sono registrati 181.227 sinistri con lesioni a persone (-3,7% rispetto al 2012), che hanno causato 3.385 morti (-9,8%) e 257.421 feriti (-3,5%). In media, ogni giorno 9 persone muoiono in incidente stradale e 705 restano ferite. Sul dato complessivo pesa peraltro il tragico incidente avvenuto nel luglio 2013 sull’A16 che ha coinvolto un bus turistico e nel quale sono morte 40 persone.

In ambito extraurbano la distrazione si conferma la prima causa di incidente (20,4%), seguita dalla velocità troppo elevata (17,5%) e dal mancato rispetto delle distanze di sicurezza (13,1%). In città, invece, è l’inosservanza di semafori e regole di precedenza a causare il maggior numero di sinistri (19,1%), seguita dalla distrazione (15,6%) e dalla velocità elevata (9,5%).

 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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