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In quanti siamo rimasti? Un’inchiesta di Uomini e Trasporti sulla moria aziendale

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Quante aziende di autotrasporto hanno chiuso negli ultimi anni? In quante sono rimaste attive? Quale sono le zone e i settori maggiormente colpiti? Per rispondere a queste domande Uomini e Trasporti – sul numero di dicembre in uscita la prossima settimana – ha condotto un’inchiesta su più livelli: uno attraverso i numeri e le statistiche, l’altra per strada e nelle fonti generatrici di carico per raccogliere i racconti e soprattutto le motivazioni esemplari che hanno costretto in tanti a tirar giù la saracinesca.
Sul fronte dei numeri non c’è univocità, anche se, a qualunque fonte si attinga, il segno negativo è una costante.

LE AZIENDE SCOMPARSE SECONDO L’ALBO
L’Albo degli autotrasportatori ha cancellato 8.614 aziende nei primi 10 mesi di quest’anno, 11.503 nell’intero 2011 e 13.477 due anni. Un dato sconfortante, condizionato forse dalla cancellazione di qualche azienda a «veicoli zero» e appena  bilanciato dal numero di nuove iscrizioni, che se erano all’incirca 650-700 sia nel 2010 che 2011, sono diventano 2.544 nei primi 10 mesi del 2012, forse anche a causa della corsa all’iscrizione al REN anche per aziende con veicoli leggeri, che evidentemente stanno correndo contro il tempo per mettersi in regola entro il 4 dicembre.  

LE AZIENDE RIMASTE SECONDO UNIONCAMERE
Per avere invece un dato complessivo dell’intero settore Uomini e Trasporti è andato ad attingere ai dati di Unioncamere, appurando che le imprese attive nel trasporto merci su strada al 30 settembre 2012 erano 105.833, anche se qui la moria è, seppure importante, meno forte rispetto a quella registrata dall’Albo. Rispetto alla stessa data del 2011, infatti, si sono “perse” 4.058 aziende e altre 2.348 aveva chiuso bottega nel 2010. In pratica 6.406 aziende chiuse in 24 mesi

LE REGIONI PIÙ FERITE
Il nocciolo più duro della crisi in Sicilia e nelle regioni più produttive del Centro-Nord: in Toscana, Friuli, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto il saldo degli ultimi due anni supera il 6% di imprese in meno.

SONO IN MENO, MA FATTURANO IL 9% IN PIÙ
Se vi serve un antidepressivo per continuare a leggere, è consigliata la statistica dell’Osservatorio Contract Logistics da cui si evince che comunque è in corso nel settore un «processo di concentrazione del settore… evidenziato anche dalla crescita della dimensione delle aziende (+ 9% il fatturato medio)».

UNA RISTRUTTURAZIONE “CRITICA”
Purtroppo, però, il futuro è ancora a tinte fosche: i volumi di merci da gestire non sono previsti in aumento e quindi le aziende attualmente in difficoltà potrebbero aggravare la propria condizione, a maggior ragione se non sono riuscite a fare il salto dimensionale. E anche questo, quindi, contribuirà ad accrescere il processo di concentrazione iniziato negli scorsi anni.
Se si vuole, la notizia può essere letta con una prospettiva almeno parzialmente positiva. Rimane comunque l’interrogativo di fondo: è giusto che sia la crisi a farsi carico – traumaticamente – di una ristrutturazione che avrebbe dovuto – gradualmente – essere pilotata dalla normativa?

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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