In Italia mancano più di 29mila stalli per mezzi pesanti. Il dato non è nuovo, risale a fine 2022 perché contenuto in uno studio di RAM Spa, società in house del ministero delle Infrastrutture, commissionato dall’Albo degli autotrasportatori intenzionato a fare un bando che avrebbe dovuto, almeno in parte, colmare questo gap. A distanza di quasi 3 anni, con un bando che è stato in grado di allocare solo il 12,5% delle risorse messe a disposizione, possiamo dire che la situazione sia pressoché la stessa, se si eccettuano una manciata di nuovi stalli come i 170 appena aperti nell’Interporto di Bologna, a cui si aggiungeranno i 301 i previsti nell’area di Ronchis di Padrosa Group di prossima apertura.

Così il numero complessivo dell’offerta di stalli in Italia è passato dai 7.640 del 2022 agli attuali 8.111 circa, ma solo due vengono definite sicure in base ai parametri europei di Esporg. Pur contando qualche altra iniziativa (forse) sfuggita alla ricognizione, il mismatch tra domanda e offerta racconta di una rete povera, anzi poverissima, in termini di ricoveri di mezzi pesanti che, per legge, hanno bisogno di fermarsi in posti adeguati per permettere agli autisti di rispettare i tempi di guida e riposo e, dal punto di vista della sicurezza, come raccontato dalla redazione di Uomini e Trasporti nel recente volume «Quando la coperta è corta – Come proteggersi dai rischi assicurativi», le aree di sosta diventano importantissime, in quanto in caso di rapina si conserva il limite di responsabilità vettoriale soltanto se si parcheggia il mezzo in luoghi adeguati e sicuri. In caso contrario si commette una colpa grave.
In qualche regione questo gap diventa molto corposo. È il caso della Campania che, pur in presenza di un traffico merci notevole, dispone di soli 310 stalli (a fronte di una domanda di 4.671 parcheggi). A sorpresa al secondo posto compare la Toscana con appena 170 stalli, quando ne servirebbero 4.307. Segue la Calabria con 20 parcheggi appena e l’Emilia Romagna dove mancherebbero 2.621 stalli. Ma al di là dei numeri, guardiamo cosa offrono queste strutture oltre al luogo fisico in cui parcheggiare un camion. Cosa mettono a disposizione degli autisti una volta che hanno spento il motore. Sempre dallo studio di RAM emerge che il 43% degli stalli censiti si trova in un parcheggio, ovvero in un’area priva di altre facilities. Solo il 57% è in un’area di sosta che in Italia sono 158, ma anche qui 37 di queste dispongono solo di un parcheggio. Sono aree per lo più gratuite, ma solo 65 hanno un sistema di videosorveglianza.

Rimangono invece solo due le aree di sosta sicure in Italia certi ficate secondo i parametri europei di Esporg: l’autoparco di Brescia e l’Interporto di Gorizia. Insieme offrono in totale 715 stalli, ma anche servizi per gli autisti . Il Truck park di Brescia Est, certificato Gold per il livello di sicurezza con telecamere e videosorveglianza, dispone di diverse facilities per i veicoli, tra cui un hotel tre stelle e una pizzeria. Il SDAG dell’Interporto di Gorizia, certificato silver, dispone di aree relax, bar e minimarket, oltre a servizi di riparazione dei mezzi. Secondo lo studio di RAM sarebbero stati 2.900 gli stalli da predisporre entro il 2027, molti dei quali lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, ma anche in Toscana, Umbria e Lazio. Il Pnrr però sembra aver dimenticato l’emergenza, in quanto la realizzazione di queste aree non compare nelle misure finanziate e lo sforzo dell’Albo non ha raggiunto l’obiettivo sperato. Forse occorre cambiare strada, ma quale prendere?
Questo articolo fa parte del numero di luglio/agosto 2025 di Uomini e Trasporti: un numero che contiene un’ampia inchiesta sulle aree di sosta per camion.
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