L’estate porta con sé una novità molto importante in materia di sicurezza stradale. In caso di incidente le Forze di Polizia potranno infatti verificare se il conducente stava usando il cellulare o altri dispositivi simili (come i tablet) per telefonare o inviare messaggi e se tale uso abbia contribuito a provocare l’incidente stesso.
La nuova norma – che per il momento verrà applicata solo in Friuli Venezia-Giulia, ma potrebbe essere adottata presto in tutta Italia – è contenuta nella direttiva n.4414 del 26 giugno scorso, emanata dalla Procura di Pordenone, su ordine della Procura generale di Trieste. Il provvedimento stabilisce che «l’autista coinvolto in un grave incidente stradale dovrà prontamente collaborare con gli organi di polizia esibendo cellulari, tablet e ogni altro dispositivo reperibile nell’abitacolo, per consentire nell’immediatezza di verificare eventuali interferenze con la condotta di guida». Per chi si rifiuti o nasconda il telefonino potrà scattare la perquisizione personale con il sequestro dell’apparecchio. Inoltre nel verbale dovrà essere annotato se sono presenti messaggi o chat aperte e coincidenti con il momento del sinistro.
La nuova regola dovrebbe essere così di forte disincentivo all’uso dello smartphone alla guida.
«È una notizia che ci rende davvero felici – ha commentato Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale – La distrazione da cellulare è un problema enorme perché rappresenta una delle principali cause di incidenti ed è in aumento, ma a differenza dell’alcol non esiste etilometro in grado di misurarla».
Ad oggi (art.173 CdS) i conducenti sorpresi alla guida al cellulare rischiano una multa da 161 a 647 euro. Questo vale anche nei casi in cui il guidatore sia fermo allo stop o al semaforo, considerando che in queste situazioni il veicolo è considerato in marcia. Le statistiche dimostrano che il 90% degli incidenti stradali è causato da cattive abitudini alla guida, in particolare dall’uso di apparecchi elettronici di vario tipo, responsabili di tamponamenti e altro tipo di eventi in un caso su 4 (25%).
«Facendo un rapido calcolo, se ci si mette 7 secondi a rispondere a un sms, viaggiando a 50 km/h è come se si percorressero quasi 100 metri al buio, senza vedere quello che accade davanti a noi – spiega Biserni – E in autostrada la situazione diventa ancora più grave perché la velocità è nettamente superiore».
Le cifre ufficiali parlano di circa 150/170.000 mila infrazioni all’anno per la violazione dell’art. 173, ma il 25% dei conducenti ammette l’uso dello smartphone alla guida: «Quindi se calcolassimo anche solo 10 milioni di mezzi in circolazione al giorno – commenta ancora Biserni – significherebbe che si commettono 2,5 milioni di violazioni al giorno, che moltiplicate per 365 giorni all’anno farebbero 912 milioni di violazioni: un dato di gran lunga maggiore rispetto al numero di sanzioni elevate. L’ideale sarebbe impedire l’uso dello smartphone appena saliti in auto, grazie ad app già sviluppate in America, che impediscono che siano scaricati sms e arrivino chiamate, come se la vettura fosse schermata. Il cellulare torna pienamente funzionante solo nel momento in cui l’auto è ferma».
Già diverse Polizie Municipali – come quella di Ravenna – hanno adottato in modo spontaneo misure simili a quella di Pordenone.
Infine uno sguardo all’estero. L’Adac, l’Automobile Club tedesco, ha fatto una ricerca sui principali divieti nell’uso di cellulare alla guida in Europa. Le multe più salate vengono notificate in Gran Bretagna, dove possono arrivare fino a 1.100 euro, seguite da quelle in Estonia, dove si possono raggiungere i 400 euro. Nei Paesi scandinavi le sanzioni vanno da 160 a 200 euro circa. Più tolleranti invece l’Islanda (circa 40 euro), la Lettonia e la Bulgaria, dove non si superano i 20 euro.