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Interporto Padova: 40 anni di intermodalità

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Celebrare i quarant’anni di Interporto Padova, non è un rito fine a sé stesso visto che proprio qui, nei primi anni Settanta partiva la storia dell’interportualità italiana grazie all’intuizione di due “illuminati”: Mario Volpato, allora presidente della Camera di Commercio che sviluppò il concetto di centro di scambio fra le varie modalità di trasporto (stradale, ferroviario e fluvio-marittimo) e Mauro Ferretti all’epoca Ispettore del Servizio Commerciale delle FS che coniò il neologismo “interporto” ora universalmente utilizzato.  
Oggi l’Interporto di Padova possiede una superficie fondiaria di circa 1,1mln di mq, è proprietario di circa 270.000 mq coperti di magazzini e celle oltre a un terminal intermodale, movimenta più di 250.000 Teu (+26 nel 2012), è collegato con circa 5000 treni l’anno ai porti di La Spezia (24% dei traffici su rotaia) Genova (22%) Livorno (18%) Rotterdam (11%) Trieste (7%) e Koper (1%) e dal 2012 opera anche come MTO (Multimodal Transport Operator) offrendo propri treni intermodali agli operatori del trasporto, accanto alla tradizionale attività terminalistica. 
All’interno dell’Interporto di Padova sono insediate un centinaio di aziende del settore, al cui interno operano più di 3.000 addetti, che hanno ritenuto strategica la posizione, all’incrocio delle direttrici stradali e ferroviarie est ovest e nord sud e alle quali occorre dare risposte concrete in termini di servizi competitivi con una politica del trasporto a sostegno dell’intermodalità.
Svolgere attività intermodale oggi è tremendamente difficile: da un lato si assiste al continuo calo delle tariffe del trasporto stradale, dall’altro il trasporto ferroviario intermodale ha grandi difficoltà ad essere competitivo. Occorre arrivare a tariffe in cui tutti gli anelli della catena logistica trovino una giusta sostenibilità e la politica in questo ha un ruolo fondamentale.
E la politica dei trasporti e della logistica è stata proprio al centro della tavola rotonda “Scenari dell’Intermodalità”, organizzata da Interporto Padova in occasione dell’importante anniversario a cui hanno partecipato l’Ad del Gruppo FS Italiane Mauro Moretti, il presidente di Assoporti Luigi Merlo, il presidente di Unione Interporti Riuniti Alessandro Ricci e l’Assessore alla Mobilità e alle infrastrutture del Veneto Renato Chisso. 
Moretti si è detto pronto a impegnarsi come Gruppo Fs, oggi economicamente sano a fare la propria parte per il trasporto merci in Italia ma ha ricordato come quella da lui guidata sia una azienda che deve stare sul mercato e che “Serve una politica chiara e definita dei trasporti come si è fatto in Germania dove lo Stato ha deciso che la logistica è una attività strategica per l’economia della nazione e che deve essere garantita anche attraverso due grandi aziende pubbliche come Deutsche Post e Deutsche Banh che da allora hanno acquistato l’equivalente di 18 miliardi di euro di imprese e sono diventate il più grande operatore logistico. Questo vuol dire fare politiche chiare, avere obiettivi precisi e non disdegnare le proprie imprese pubbliche”.
Se su chi e su come debbano essere fatte le manovre ferroviarie nei porti i punti di vista tra Merlo e Moretti non coincidono, su un punto c’è accordo: “Manca una visione d’insieme e una politica nazionale – afferma il presidente di Assoporti – che la traduca in fatti concreti: si parla di sufficiente capacità dei nostri porti, ma non si parla della qualità di questa capacità, frammentata in 100 autorità portuali, con un prevalere delle visioni campanilistiche e localistiche. Vogliamo che il nuovo Parlamento azzeri tutto e metta mano a una unica legge di riforma che abbia un respiro davvero europeo. Noi come Assoporti siamo d’accordo in una riduzione del numero delle Autorità Portuali.”.
“Bisogna avere il coraggio di dire che alcuni degli interporti previsti alla luce dei nuovi scenari economici e dei nuovi mercati non hanno più ragione di esistere – incalza Ricci, presidente di UIR – Questo non vuol dire che debbano essere cancellati ma che devono immaginare una attività diversa. È necessario approvare una riforma della legge sugli interporti, e non in due o tre anni ma in qualche mese”. 
Dall’assessore Chisso arriva una frecciata a Trenitalia a cui ricorda che “Avevamo un progetto insieme, quello di una impresa ferroviaria merci regionale comune, mettendo in sinergia Trenitalia Cargo e la nostra Sistemi Territoriali per ottimizzare una serie di attività di trasporto cargo che adesso soffrono nella nostra regione, ma la vostra (del Gruppo Fs ndr) burocrazia ha frenato tutto” e poi punta il dito sulla farraginosità delle operazioni doganali che fanno perdere alle aziende giorni preziosi nel transit time delle merci aumentandone i costi.”.
Durissima, anche se non nuova, la posizione di Moretti sugli aiuti al trasporto stradale: “È una follia continuare a dare un miliardo all’anno all’autotrasporto, miliardo che tra l’altro non rimane nelle casse delle imprese che sono arrivate a proporre tariffe da 0,60 euro al km. Continuiamo in questa schizofrenia di chiedere la realizzazione di nuove ferrovie e, invece di perseguire un equilibrio modale gomma ferro, incentivare l’autotrasporto. Ci troveremo con ferrovie nuove, ma senza treni, le strade piene di automezzi e un Paese al disastro.”.
Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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