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Lugli (RFI): «Chiusi i cantieri, le tecnologie faranno da booster all’intermodalità»

Francesco Lugli, Responsabile Marketing Strategico di RFI, svela l’evoluzione della piattaforma lanciata poco più di un anno fa per facilitare la connessione tra clienti e fornitori. Il Gruppo FS guarda al «dopo 2026», quando la rete sarà libera da interruzioni e il settore potrà ripartire. Allo studio un nuovo modulo che metterà in chiaro le tracce invendute da tutti i gestori europei e un altro che darà la possibilità di tener sotto controllo il flusso degli incentivi per il trasporto ferroviario

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Diffondere informazioni e migliorare la conoscenza del trasporto intermodale ferroviario, aprire nuove tratte per collegamenti door to door, mettere in contatto diretto clienti e fornitori e facilitare l’accesso ai servizi già presenti sul territorio. Tutto questo anche in preparazione del momento di risalita del trasporto ferroviario delle merci in Europa, quando cioè gli attuali canti eri, promossi con i fondi del Pnrr, saranno chiusi e si trasformeranno in un booster per l’intermodalità.

È questo il quadro in cui sta muovendo i primi passi EasyRailFreight, la piattaforma, lanciata da RFI (Gruppo FS italiane) poco più di un anno fa, che ha già all’attivo 100 fornitori, 830 servizi e 647 infrastrutture collegate. Un unico portale in grado di dare evidenza alle possibilità con cui trasportare le merci su ferro e che in prospettiva sarà in grado di evidenziare le tracce libere dei gestori in tutta Europa e anche di tenere sott o controllo e di rendicontare gli incentivi per il trasporto ferroviario. «Il prossimo step – racconta Francesco Lugli, Responsabile Marketing Strategico di RFI – è il Configuratore Nuovo Trasporto che sarà esteso in tutta Europa grazie alla collaborazione tra gestori ferroviari».

Qual è la tecnologia alla base della piattaforma?

La piattaforma attualmente ha diversi moduli in esercizio, tra cui la Vetrina dei Servizi che fornisce la possibilità agli utenti di creare una relazione intermodale tra un’origine e una destinazione, informando sulle possibilità disponibili sul mercato. Poi abbiamo AT.L.A.S. che funziona sulla base della tecnologia GIS attraverso la geolocalizzazione degli impianti terminalisti ci che offrono servizi di logistica su tutto il territorio nazionale, esteso tramite una partnership al corridoio Scandinavo-Mediterraneo che è quello su cui insistono i maggiori volumi di traffico. In collaborazione con diversi partner dell’industria ferroviaria europea inoltre stiamo sviluppando un progetto pilota chiamato Configuratore Nuovo Trasporto che contiamo di completare entro la fine del 2026.

Che cosa permetterà di fare in pratica?

Saremo in grado di dare la possibilità di fare un’analisi di prefattibilità di una nuova relazione di traffico a partire dalle tracce invendute dei gestori ferroviari. Il target di questo modulo sono quindi gli operatori intermodali? Noi pensiamo che il sistema possa essere usato da grandi caricatori industriali che vogliono testare nuove soluzioni sostenibili. Che poi possono stipulare direttamente un contratto con un’impresa ferroviaria oppure indirettamente, avvalendosi di un operatore multimodale. L’altro soggetto interessato potrebbe essere un operatore di logistica in senso ampio, oppure l’autotrasportatore intermodalista che ha necessità di avviare una nuova rotta o di implementarne una già esistente. Il progetto sarà sviluppato a livello continentale perché è inserito e in parte finanziato dal consorzio Europe’s Rail. Ovviamente noi partiremo con i dati che ci verranno forniti dai gestori che aderiscono al progetto.

In effetti, l’intermodale ferroviario appare in sofferenza in questo momento in tutta Europa…

È vero, siamo in una fase di estrema criticità del trasporto intermodale a livello continentale, soprattutto perché paesi come la Germania, e in parte l’Italia e l’Austria, sono interessati da una serie di interventi sulle linee ferroviarie che ovviamente determinano criticità. Nel nostro caso la criticità è acuita dai lavori che sono in corso sui principali assi. Ma una volta superata questa fase dei canti eri, riteniamo che possa esserci una forte accelerazione e che i lavori effettuati rappresenteranno addirittura un booster per il trasporto intermodale. Il nuovo modulo sarà quindi completato proprio in coincidenza con la fine dei cantieri. Potrebbe segnare un elemento di supporto alla ripresa del traffico? Assolutamente sì. E dobbiamo aver chiaro che va operata una distinzione tra difficoltà contingenti e condizioni strutturali. Il trasporto intermodale va considerato una sorta di megatrend difficilmente modificabile: potrà avere andamenti ondivaghi nel breve termine, ma nel lungo termine si affermerà una tendenza alla crescita.

Quali sono i vantaggi immediati per un’azienda che decide di registrarsi alla piattaforma?

La piattaforma facilita in primis l’accesso alle informazioni sull’intermodale, riduce enormemente le difficoltà di accedere ai servizi e avvia un contatto diretto tra cliente e fornitore. Questo al momento attuale. Poi, come detto, sti amo attivando nuovi moduli.

Oltre al Configuratore Nuovo Trasporto, quali sono gli altri?

Abbiamo in programma altri due moduli, l’uno di natura maggiormente gestionale dove l’utente potrà verificare le informazioni di proprio interesse relative a volumi di traffico, relazioni, ecc., l’altro di rendicontazione, con cui sarà possibile accedere alla richiesta e alla rendicontazione dei contributi ammessi a sostegno del trasporto ferroviario, come per esempio lo sconto sul pedaggio. Questo darà la possibilità di saltare una serie di passaggi e tenere sotto controllo tutto il flusso relativo alla propria attività.

Questo articolo fa parte del numero di maggio/giugno 2025 di Uomini e Trasporti: un numero che contiene un’ampia inchiesta sui vantaggi di lavorare con l’intelligenza artificiale nel settore dell’autotrasporto, con numeri, scenari e voci dal settore.

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