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Introdotto pedaggio in Russia per veicoli sopra le 12 ton: la protesta dei camion lumaca

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Poco più di rublo e mezzo al chilometro (1,52), pari a circa 20 centesimi da subito, ma che dovrebbero triplicare da marzo 2016 per arrivare a 3,6 rubli. È quanto peserà sulle tasche degli autotrasportatori russi il nuovo sistema di pedaggio elettronico, chiamato Platon, che è entrato in vigore dallo scorso 15 novembre e interessa i veicoli al di sopra delle 12 tonnellate. I trasportatori russi, per lo più padroncini, non hanno preso bene la misura, anche perché un trasporto medio in Russia  copre di solito lunghe tratte in ragione del territorio particolarmente esteso e quindi espone a costi di pedaggio giudicati esagerati. Per ora le manifestazioni si svolgono per lo più con la modalità “lumaca”, vale a dire formando colonne di veicoli che procedono a passo d’uomo creando ingorghi alla circolazione. E la protesta ha toccato anche le 68 miglia della tangenziale di Mosca, costringendo anche le autorità a inviare truppe antisommossa. Ma i trasportatori non hanno intenzione di mollare, anche perché – dicono – questa manovra andrebbe ad assorbire buona parte dei loro proventi. Un trasportatore medio racconta di aver fatto un calcolo approssimativo e che, rispetto al fatturato attuale di 450.000 (circa 6.600 euro) di un anno che riesce a produrre attualmente, 300.000 li vedrebbe volare via con il nuovo sistema di pedaggio. In pratica, in un mese i ricavi arriverebbero a circa 10.000 rubli, vale a dire 150 euro, una cifra che non consente  di sopravvivere.
I trasportatori spiegano che la loro protesta non è indirizzata verso il Cremlino, ma guardano però con sospetto al nuovo sistema di pedaggi, perché sostengono che sia una maniera per ridare agli oligarchi i soldi perduti con la discesa del prezzo del petrolio. La società che gestisce il pedaggio è intestata infatti a Igor Rotenberg, figlio di un “amico” del Cremlino, che a quanto riferiscono alcune fonti avrebbe già goduto di contratti miliardari con le Olimpiadi di Sochi.
Il governo risponde che in realtà il nuovo pedaggio servirà a fare manutenzioni sulle strade e che ha intenzione di bloccare l’aumento previsto per marzo, ma i camionisti sostengono che a questo scopo versano già un obolo consistente attraverso le imposte sul carburante e sui trasporti e che quindi reclamano la soppressione del pedaggio.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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