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Italia e altri Stati membri chiedono modifiche al cabotaggio, il Parlamento UE propone codice sociale per autisti

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Cabotaggio illegale e dumping sociale. Finalmente anche le istituzioni – sia nazionali che comunitarie – si rendono conto di quanto stia diventando un problema.

La normativa europea sul cabotaggio va cambiata. Lo pensa il nostro governo, ma anche quello di altri paesi europei, come la Germania e la Danimarca, che metteranno questa convinzione nero su bianco per avanzare una formale richiesta di modifica alle istituzioni comunitarie. Insomma, un fronte transnazionale allargato e accomunato dalla valutazione negativa di quante difficoltà stia creando l’attuale normativa all’interno dei singoli mercati nazionali dell’autotrasporto. Ad annunciare questa iniziativa è stata la presidente del Comitato Centrale dell’Albo degli autotrasportatori, Maria Teresa Di Matteo, lo scorso sabato 18 aprile, nel corso di un convegno.

Ma sulla stessa scia appena qualche giorno prima si era mosso anche il Parlamento europeo rispetto all’altra problematica che disturba la concorrenza sul mercato dell’autotrasporto, quelle relativa al dumping sociale determinato dalle disparità di trattamento tra autisti residenti nei diversi paesi dell’Unione. Per la precisione la commissione Trasporti ha stilato una relazione con cui giungere a una proposta di risoluzione da presentare alla Commissione Ue relativamente alla messa in atto del Libro bianco 2011 sui trasporti. E in questo importante documento, che aveva come relatore l’olandese Wim van De Camp, chiede «l’adozione di un codice sociale per i lavoratori itineranti del trasporto su strada, che fronteggi altresì il problema del falso lavoro autonomo». Ugualmente rilevante e anche la considerazione, contenuta nella stessa relazione, secondo cui siccome «l’apertura del mercato non si è accompagnata a un processo parallelo di armonizzazione sociale delle condizioni di occupazione e di lavoro», la «Commissione dovrebbe affrontare il problema della qualità del lavoro … con particolare riferimento alle condizioni di lavoro con l’obiettivo di rafforzare la competitività degli operatori del trasporto nell’Unione Europea».

Va forse sottolineato come dietro a queste proposte si celi il successo dell’iniziativa di due associazioni di categoria europeel’italiana Conftrasporto e la francese FNTR – recatesi a Bruxelles poco più di un mese fa proprio per chiedere alla Commissione un’armonizzazione delle condizioni di occupazione e lavoro degli autisti tra i vari Stati dell’Unione, piuttosto che affidare la risoluzione della problematica alle iniziative disomogenee dei singoli Paesi membri. E tra le modalità per attuare tale armonizzazione compariva proprio la creazione di uno speciale regime per gli autisti internazionali e l’iscrizione obbligatoria in un registro europeo del trasporto per verificare il rispetto delle norme sociali relative alla sicurezza sociale e alla previdenza.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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