Adesso lo stabilisce una sentenza della Cassazione: se il giallo al semaforo dura almeno 3 secondi, la multa è comunque legittima. Si tratta della sentenza n. 27348 del 23 dicembre 2014, che ne richiama un’altra del 2012 e cita uno studio del Cnr del 2001 secondo cui tre secondi sono esattamente il tempo necessario per fermare un veicolo che proceda a una velocità non superiore ai 50 km/h. Peraltro viene da commentare che questo studio è previsto per gli automobilisti e dovrebbe essere invece parametrato sui camion per essere attendibile, vista la differenza di peso dei mezzi.
Dice comunque la Corte che “una durata della luce semaforica gialla superiore ai tre secondi è senz’altro congrua, non essendo l’intervallo di quattro secondi un dato inderogabile”. In realtà il Codice della Strada non prevede esplicitamente la durata minima del giallo, ma la Cassazione è sicura che in tre secondi l’automobilista (o il camionista) è in grado di decidere se fermarsi entro i punti stabiliti per l’arresto o se sgomberare l’incrocio. Però attualmente in molte città italiane la taratura è sui 4 secondi. L’abbassamento di un secondo avrebbe così una motivazione giurisprudenziale ed oltretutto anche una circolare del Ministero dei Trasporti (n. 67906/2007) indica che pari od oltre i tre secondi ogni multa è legittima.
Da qui la possibile impennata delle contravvenzioni e degli incassi per i Comuni di decine se non centinaia di milioni di euro. E non è un’esagerazione. Ricordiamo che la violazione in oggetto costa 162 euro (e sei punti in meno sulla patente). Ora, a Chicago è bastato che il sindaco, Rahm Emanuel, abbassasse il giallo del semaforo da 3 a 2,9 secondi per ottenere un incasso maggiore di 8 milioni di dollari dalle multe, e in quel caso la contravvenzione era pure inferiore (100 dollari).
La sentenza della Cassazione nel particolare ha rigettato il ricorso di un’automobilista che contestava la sentenza del Tribunale di Lodi per quattro verbali.
La Cassazione fissa la durata del semaforo giallo
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