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La Commissione UE boccia il salario minimo austriaco e annuncia nuove disposizioni sul distacco

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Analogamente a quanto aveva fatto nei confronti di Germania e Francia, lo scorso 27 aprile la Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Austria rispetto all’applicazione della legge austriaca per la lotta contro il dumping sociale e salariale (“Lohn- und Sozialdumping-Bekämpfungsgesetz”) nel settore dei trasporti su strada. La giustificazione addotta è che questa normativa limiti il mercato interno dell’Unione europea in modo sproporzionato.

La Commissione, cioè, non si dice contraria all’applicazione di un salario minimo nazionale, ma ritiene che l’applicazione di una legge come quella austriaca a tutte le operazioni di trasporto internazionale che prevedono un’operazione di carico e/o scarico in territorio austriaco, rappresenti una restrizione sproporzionata alla libera prestazione dei servizi e alla libera circolazione delle merci.

In particolare, la Commissione ritiene che l’applicazione di questa legge per operazioni di trasporto internazionale che non hanno un collegamento con l’Austria non sia giustificata, in quanto crea vincoli e oneri sproporzionati per le imprese, tali da impedire il corretto funzionamento mercato interno. Ritiene però che potrebbero essere adottate misure più adeguate per garantire la protezione sociale dei lavoratori e al tempo una leale concorrenza.

Molto importante il fatto che la Commissione annunci di essere al lavoro per trovare una soluzione al problema del dumping sociale. Per la precisione specifica che intende proporre già nelle prossime settimane un chiarimento rispetto all’applicazione del distacco nel trasporto su strada e alcune misure concrete che non comportino però oneri sproporzionati alle imprese del settore.

La lettera inviata all’Austria di fatto apre una procedura di infrazione che però prima di essere adottata formalmente concede alle autorità austriache due mesi di tempo per una replica.

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