È di 839 milioni di euro il prezzo che lo Stato francese dovrà pagare per aver rinunciato all’ecotaxe, il balzello sul trasporto pesante messo in discussione, fino alla cancellazione, per le forti proteste degli autotrasportatori d’oltralpe (soprattutto bretoni).
Il governo di Parigi aveva affidato alla società Ecomouv l’appalto per la messa in opera e la gestione del servizio di riscossione dell’ecotaxe e la decisione di sopprimere la tassa ha messo lo Stato nella condizione di dover indennizzare Ecomouv per le spese sostenute e per i mancati introiti. Inizialmente si era parlato di un indennizzo di circa 2 miliardi ma a quanto pare (manca l’ufficializzazione della notizia, anche se è data per certa da tutte le fonti francesi) l’importo concordato è appunto di 839 milioni di euro. Per ridurre il peso di questa uscita sul bilancio dello Stato, il governo avrebbe deciso di vendere le 173 postazioni (archi del tipo di quelli che supportano il sistema di informazioni sul nostro sistema autostradale) collocate lungo le autostrade francesi. Quanto alle modalità del pagamento pare che esso avverrà in un periodo di 10 anni, con una prima tranche di circa 550 mila euro da versare entro febbraio 2015 e quindi una trentina di milioni all’anno per dieci anni.
La Ecomouv è controllata per il 70% dalla società italiana Autostrade per l’Italia, con il rimanente 30% suddiviso tra le società Thales, SNCF (entrambe ferroviarie), SFR (telecomunicazioni) e Steria.
La Francia rinuncia all’ecotaxe indennizzando Ecomouv con 839 milioni di euro
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