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La UIR al prossimo governo: «Per crescere il paese ha bisogno della riforma di porti e interporti»

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Gli interporti stanno bene, anzi possono anche crescere di dimensioni, ma a due condizioni: «contrastare il prolificare di insediamenti logistici spesso frutto di pure speculazioni immobiliari» e incrementare un traffico ferroviario che «sarebbe ben maggiore se venissero arginate le strategie dell’operatore incumbent certo non a favore del trasporto merci».
È un vero e proprio «monito» (e così viene, infatti, denominato) al governo che uscirà dalle prossime elezioni, quello lanciato stamane in un albergo nei pressi di Montecitorio, dall’Unione Interporti Riuniti (UIR), in occasione della presentazione del Rapporto sul sistema interportuale italiano», che riporta una realtà di 37,5 milioni di metri quadrati di aree destinate all’attività interportuale, 32 milioni di metri quadrati di aree disponibili per attività interportuali, 22,6 milioni di metri quadrati di aree infrastrutturate per le attività interportuali, 2,8 milioni di metri quadrati di aree terminalistiche, 6 milioni di metri quadrati di aree logistiche.
A sorprendere maggiormente, oltre alla dimensione complessiva delle aree interportuali espandibili nel breve/medio periodo, quantificabili in 9,5 milioni di metri quadrati mq, sono anche i dati relativi alle performance ferroviarie: 972.000 UTI movimentate/anno, 1,7 milioni di TEU movimentati/anno, 27.500 coppie di treni intermodali/anno, indicativi di una dinamicità di movimentazione di rilievo.
«La redazione del Rapporto, oltre all’esigenza di fornire al pubblico dati plausibili e certificati, risponde anche all’urgenza», ha spiegato il presidente dell’Associazione, Alessandro Ricci, «di confezionare un vero e proprio monito al prossimo Governo e al prossimo Parlamento per concludere l’iter normativo degli Interporti e dei Porti, la cui operatività, dovutamente disciplinata, potrebbe pesantemente e positivamente incidere sull’andamento del PIL nazionale».
Ancor più esplicito il comunicato ufficiale: «Nelle intenzioni dell’associazione c’è sicuramente quella di voler offrire il proprio contributo alle parti politiche che presto governeranno il Paese, promuovendo la razionalizzazione del sistema logistico nazionale che punti su infrastrutture quali gli interporti inseriti ufficialmente nelle dinamiche di sviluppo europee, beneficiari di investimenti pubblici perché voluti dal Governo e che devono essere capitalizzati in un momento di forte spending review».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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