Piccola rivoluzione nella legge di stabilità per l’Albo e per il Comitato Centrale dell’Albo degli autotrasportatori, sia sotto il profilo delle funzioni, sia per ciò che riguarda i criteri per sedere al suo interno.
Innanzi tutto cessa la competenza delle Province in materia di tenuta dell’Albo, per essere trasferita agli Uffici provinciali della motorizzazione. Tale trasferimento avverrà con un decreto del presidente del consiglio dei ministri da emanarsi entro e non oltre 6 mesi dall’entrata in vigore della Legge di stabilità 2014 (giugno 2014). Fino ad allora le Province conserveranno transitoriamente le vecchie funzioni.
NUOVE FUNZIONI DEL COMITATO
Per quanto riguarda le funzioni del Comitato Centrale, alle attribuzioni relative alla tenuta dell’Albo, alla formazione e all’informazione, si aggiungeranno:
– studio e consulenza rispetto alla redazione di atti normativi e alla risoluzione di problemi in materia di accesso sia al mercato sia alla professione di autotrasportatore;
– verifica della regolarità delle imprese iscritte, rispetto alle modalità di svolgimento dell’attività economica e alla congruità fra il parco veicolare e il numero degli autisti, alla regolarità della copertura assicurativa dei veicoli, da svolgersi anche tramite l’utilizzo di dati presenti nel CED del ministero delle Infrastrutture e Trasporti e dei collegamenti telematici fra i sistemi informativi dell’INAIL, dell’INPS e delle camere di commercio;
– controlli sulle imprese iscritte per garantirne la perdurante rispondenza ai requisiti previsti per l’esercizio della professione come definiti ai sensi del regolamento (CE) 1071 del 2009.
NUOVI CRITERI PER PARTECIPARE AL COMITATO
Le associazioni di categoria, per entrare a far parte del Comitato Centrale per l’Albo, devono garantire nuovi requisiti. Più precisamente la singola associazione deve:
1) avere un ordinamento interno a base democratica, sancito tramite statuto;
2) godere di un potere di rappresentanza della categoria degli autotrasportatori, senza avere una contemporanea rappresentanza di categorie con interessi contrapposti;
3) avere un’anzianità di costituzione di almeno cinque anni, nel corso dei quali siano state fatte attività anche a livello pronciale;
4) avere non meno di 500 imprese iscritte a livello nazionale oppure tante imprese con un totale di veicoli aventi massa complessiva non inferiore a 20 mila tonnellate;
5) disporre di un’organizzazione periferica articolata con almeno 20 sedi provinciali;
6) essere firmataria, nel corso degli ultimi 10 anni, di rinnovi del contratto collettivo nazionale di lavoro logistica, trasporto merci e spedizione;
7) essere rappresentata in seno al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, direttamente o per il tramite delle Confederazioni alle quali aderisce.
È forse il caso di evidenziare come proprio quest’ultimo punto potrebbe lasciare fuori dal Comitato Trasportounito, vale a dire l’unica associazione, insieme alle siciliane Aias e Aitras e a Forza d’Urto, ad aver confermato il fermo del prossimo 9 dicembre.
E che questo aspetto sia un terreno di scontro tra le associazioni, lo si comprende anche dalla posizione assunta dal presidente di Fai-Conftrasporto, Paolo Uggè, il quale ha definito «desolante» l’aver dovuto assistere «alla richiesta avanzate nel corso della trattativa (del 27 novembre, ndr) da un rappresentante di TrasportoUnito di avere garantita la presenza nel prossimo Albo che si va rinnovare. Da parte nostra nessuna contrarietà a patto che siano provati i requisiti di rappresentanza che debbono in modo documentale dimostrare l’esistenza di quelle federazioni che non fanno riferimento al Cnel. Ma vi sembra dignitosa una richiesta del genere?».