Un autista sessantenne, residente a Padova ma impiegato in un’azienda di autotrasporto di Reggio Emilia, qualche giorno fa si sente poco bene: presenta i classici sintomi del coronavirus e quindi decide di chiedere assistenza alla Asl competente. Qui i medici reputano opportuno sottoporlo a un tampone e gli prescrivono, così come peraltro prevede anche la normativa, di rimanere in isolamento in attesa dell’esito. Lui però fa spallucce, vale a dire se ne frega e continua a lavorare come se niente fosse. Fa l’eroe? Tutt’altro, fa esattamente quello che non bisogna fare, con aggravanti anche serie e personali. Perché non soltanto non rispetta l’isolamento richiesto, non soltanto tace la circostanza al suo datore di lavoro, non soltanto entra pericolosamente in contatto con le tante persone con cui normalmente ci si relaziona nel corso delle attività di carico e scarico, ma soprattutto non mette al corrente della cosa un collega con cui per qualche giorno, in multipresenza, spartisce la cabina del camion.
Fatto sta che nel suo viaggiare tra Nord e Sud dell’Italia, venerdì 3 aprile viene fermato dalla polizia stradale di Orvieto per un controllo generico che ovviamente contempla anche il rispetto delle disposizioni emanate in questo periodo di emergenza. Ebbene, proprio mentre gli agenti stanno verificando che tutto sia nella norma, l’autista sessantenne si sente molto male, tanto da doverlo trasferire d’urgenza all’ospedale di Perugia dove nel frattempo i sanitari locali vengono al corrente dell’esito del tampone: l’uomo era positivo. A quel punto riferiscono il tutto al commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto che ha denunciato l’autista alla procura della Repubblica di Terni per non aver rispettato le norme sull’isolamento. Non solo, perché a quel punto scatta l’allerta per cercare di individuare quante più possibili persone entrate in contatto con l’autista.
Ma la cosa veramente triste e che rende ancora più imperdonabile il comportamento dell’autista padovano è che nelle ore successive a questi eventi anche l’altro autista con cui aveva condiviso il viaggio, ha cominciato ad accusare i primi sintomi del coronavirus e quindi è stato cautelativamente ricoverato in ospedale.