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Le apnee notturne raddoppiano il rischio di infortuni

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Una persona affetta da sindrome di apnee ostruttive nel sonno (meglio conosciuta come Osas) raddoppia il rischio di incidenti sul lavoro. A sostenerlo è una ricerca italiana pubblicata sul numero di giugno di Sleep la più prestigiosa rivista scientifica al mondo in materia di medicina del sonno, con la quale per la prima volta è stato quantificato scientificamente tale rischio, tanto diffuso quanto sottovalutato, in ambito lavorativo.

Dati diffusi proprio nei giorni in cui l’Inail ha comunicato che in Italia le morti sul lavoro nel 2015 sono aumentate del 16% rispetto all’anno precedente.

Il gruppo di ricerca coordinato dal dott. Sergio Garbarino (Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova), di cui fa parte anche il prof. Nicola Magnavita (Unità di Medicina del Lavoro, Università Sacro Cuore di Roma), arriva proprio a ridosso dall’approvazione da Governo e Regioni del documento che definisce l’Osas «Un grave e crescente problema sanitario, sociale ed economico».

«É proprio questo l’aspetto più rilevante del  nostro studio – evidenzia Sergio Garbarino – e cioè l’assoluta necessità di volere disporre di dati ottenuti con metodi rigorosamente scientifici per poter confermare conoscenze di rilevante impatto socio-sanitario. Oggi la certezza del dato scientifico è imprescindibile per persuadere chi amministra il nostro Paese ad investire maggiori risorse nella prevenzione, a mio parere, la vera arma vincente per migliorare la nostra salute e la nostra sicurezza, sia sul lavoro che nella vita».

In Italia ogni anno si registrano circa un milione di infortuni sul lavoro, tra cui 1.200 decessi e 25.000 casi di invalidità permanente che, causano la perdita di oltre 16.000.000 di giornate lavorative e sono in costante aumento (fonte jobtel.it con dati INAIL ed ILO).

«Il fatto che l’Osas non sia una malattia professionale ha finora distolto il sistema di prevenzione nei luoghi di lavoro dall’attenzione che questa condizione merita – afferma Nicola Magnavita – I dati che abbiamo raccolto ci inducono a credere che una efficace politica di screening dell’Osas e di promozione della salute del sonno possano contribuire ad evitare 250.000 infortuni, 300 morti e 6.000 casi di invalidità l’anno, solo nel nostro Paese.»

Numeri questi che hanno spinto il Comitato Centrale per l’Albo degli Autotrasportatori, in collaborazione  con il Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili dell’Università degli Studi di Genova, a lanciare il programma di prevenzione denominato «Progetto Osas – Sonnolenza Autotrasporto Salute Sicurezza».

Progetto che  ha come principale obiettivo quello di prevenire incidenti e infortuni degli autisti professionali e di quanto si trovano coinvolti.

Tra le varie iniziative sarà avviata una importante operazione di Screening dell’Osas che coinvolgerà circa 10 mila autotrasportatori italiani, categoria in cui si stima che il 30% delle persona soffra di apnee ostruttive. Verranno intrapresi inoltre percorsi educativi e informativi di prevenzione della sonnolenza alla guida, per far accrescere la percezione della gravità del fenomeno e diffondere una maggiore conoscenza e riconoscibilità dei sintomi della sindrome delle apnee ostruttive del sonno.

Il Progetto Osas sarà presentato a Roma giovedì 14 luglio 2016, alle ore 9.30, presso la Sala Emiciclo della Motorizzazione Civile (via G. Caraci, 36).

In allegato il programma

                            

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Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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