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Allarme sicurezza nella logistica: in Italia il 20% delle frodi mondiali

Infrastrutture vetuste, parco mezzi obsoleto, risorse scarse nella pubblica amministrazione, mancata condivisione di progetti e dati: sono queste le criticità rilevate in uno studio di TTS Italia, presentato in occasione dei 25 anni dell’Associazione nazionale della telematica per i trasporti e la sicurezza. Tra le soluzioni, intelligenza artificiale, videosorveglianza, protezione dei carichi, monitoraggio delle infrastrutture e gestione dei dati e dei rischi

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La logistica mondiale paga un forte tributo alla sicurezza. Se parliamo di security, ovvero di frodi, furti e danni informatici, il conto a livello mondiale si aggira intorno ai 190 miliardi di euro. Il dato, elaborato di Transcrime sul 2022, è riportato nel manifesto “Soluzioni tecnologiche per la sicurezza dei servizi di mobilità” presentato dal Direttore generale di TTS Italia, Olga Landolfi, in occasione dei 25 anni dell’Associazione. L’allarme si estende anche in Italia dove viene commesso il 20% del numero delle frodi mondiali. In crescita del 56% dal 2022 al 2023 il numero dei furti di merci, ma completano il quadro anche illeciti legati alla fatturazione, manomissione di merci e soprattutto truffe informatiche volte a ottenere dati sensibili o per commettere frodi finanziarie, phishing e malware. 
L’Associazione presieduta da Rossella Panero ha messo i numeri in fila anche in vista della nuova direttiva 2661/2023 dedicata ai «Servizi ITS per la sicurezza stradale e dei trasporti», pubblicata sul GUCE lo scorso novembre e che l’Italia dovrà recepire entro dicembre 2025 per dare un nuovo assetto ai servizi essenziali e ai dati legati alla mobilità.

Le criticità del sistema infrastruttura-veicolo

Un grande lavoro, in particolare se si tiene conto delle diverse criticità ancora presenti nel sistema, tra cui infrastrutture datate e bisognose di manutenzione straordinaria e di implementazione tecnologica, un parco mezzi non ancora dotato di apparati tecnologici in grado di abbassare il rischio di incidenti, tempi lunghi della pubblica amministrazione per il rilascio di omologazioni e approvazione di nuovi dispositivi, un codice della strada ancora in divenire e poco chiaro su aspetti innovativi, una mancata capitalizzazione delle best practice e condivisione di esperienze, informazioni e dati. «È il momento di ribadire – ha detto Panero – il ruolo basilare della tecnologia per superare le criticità e raggiungere gli obiettivi della mobilità del futuro. In particolare, l’uso dei Sistemi Intelligenti di Trasporto in tutto il mondo ha permesso di valutare in modo tangibile i benefici in termini di impatti sociali, infrastrutturali, economici e occupazionali. Benefici che si possono ottenere a fronte di investimenti relativamente modesti, altro aspetto che ci pare davvero importante sottolineare».

Il salto tecnologico per la logistica

In attesa che l’iter normativo faccia il suo corso per individuare le tecnologie e i servizi da applicare alle diverse modalità di trasporto, TTS Italia ha individuato soluzioni in grado di limitare l’esposizione al rischio. Tra queste, in primis l’avanzata dell’intelligenza artificiale che sta permeando una serie di applicazioni che vanno dal monitoraggio continuo delle infrastrutture, alla sorveglianza attiva degli incroci in ambito urbano e al supporto alla guida e alla segnalazione delle emergenze. Inoltre, TTS Italia indica una serie di applicazioni già disponibili sul mercato per il miglioramento della sicurezza della logistica. Tra queste, la videosorveglianza nelle aree di sosta e durante la guida per il monitoraggio degli autisti, la protezione di carichi e merci con sistemi di tracciamento, sistemi di videosorveglianza avanzata per prevenire attacchi terroristici sulle strade, autostrade, ma anche porti e interporti. Sistemi di protezione delle reti per evitare danni legati ad cybercrime e sistemi di gestione dei rischi per interruzione degli approvvigionamenti, l’implementazione di misure preventive e preparazione alle emergenze. «La ricetta per migliorare i livelli di sicurezza – chiude Landolfi – è un equilibrio tra normative esistenti da implementare, che vanno aggiornate affinché possano davvero rispondere alle attuali necessità, e la tecnologia che in Italia è ampiamente disponibile».

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