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ERRU, arriva la prima sospensione: autista olandese fermato per lo superamento della soglia punti

Per la prima volta nei Paesi Bassi un autista si vede sospendere la patente per violazioni registrate nell’ERRU, il sistema europeo che monitora le infrazioni delle imprese di trasporto. Ecco cosa è accaduto, come funziona l’ERRU e quali rischi corrono aziende e conducenti

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La notizia arriva dai Paesi Bassi e segna un precedente destinato a far discutere l’intero settore dell’autotrasporto europeo: un autista olandese è il primo a vedersi sospendere la patente in conseguenza diretta del superamento della soglia di punti prevista dall’ERRU, il Registro Europeo delle Imprese di Trasporto. Un caso che mostra in modo concreto come le norme introdotte negli ultimi anni dall’UE stiano iniziando a produrre effetti tangibili sul lavoro quotidiano di operatori, flotte e conducenti.

La sospensione non nasce da un singolo episodio, ma da un accumulo di infrazioni considerate gravi o molto gravi, rilevate sia nei controlli nazionali sia in altri Paesi membri. È proprio questo l’obiettivo dell’ERRU: mettere in rete le autorità europee affinché le violazioni commesse all’estero non vadano perse, ma contribuiscano alla valutazione complessiva dell’affidabilità professionale (“good repute”) dell’impresa e, come emerge ora, anche dei suoi conducenti.

Cos’è l’ERRU e perché conta davvero

Operativo dal 2013 ma rafforzato dal Regolamento (UE) 2016/403 e dal Mobility Package del 2022, l’ERRU è un sistema che collega i registri nazionali delle imprese di trasporto. A ogni infrazione registrata – dalla manipolazione del tachigrafo al sovraccarico pericoloso, dalle violazioni ripetute delle ore di guida alla manomissione dei sistemi antinquinamento – è associato un punteggio. Le categorie sono tre:

  • MSI – Most Serious Infringements (Infrazioni più gravi)
  • VSI – Very Serious Infringements (Molto gravi)
  • SI – Serious Infringements (Gravi)

Ogni impresa ha una soglia massima di punti, variabile in base al numero di veicoli in flotta: più mezzi, più alto il limite. Una volta superata questa soglia, l’autorità nazionale deve rivalutare la buona reputazione del trasportatore e prendere provvedimenti. Nella maggior parte dei casi, finora, si era parlato di richiami formali o piani di miglioramento. Questa volta no.

Il caso olandese

L’autorità olandese NIWO ha confermato che l’autista coinvolto aveva accumulato un numero di punti “ben oltre il limite”. L’ispezione condotta dall’ILT (Human Environment and Transport Inspectorate) ha rilevato una reiterazione di violazioni tali da rendere inevitabile l’intervento.

La sospensione della patente, misura mai adottata prima nei Paesi Bassi per applicazione dell’ERRU, rappresenta un segnale chiaro: il sistema non è più un archivio consultivo, ma uno strumento operativo di enforcement. Parallelamente, nel caso dell’azienda coinvolta – rimasta anonima – NIWO ha sospeso la licenza comunitaria per sei mesi e dichiarato l’inidoneità del gestore dei trasporti per due anni, anche se entrambi i provvedimenti sono stati provvisoriamente congelati dopo un ricorso.

Cosa rischiano aziende e conducenti in Italia

Il caso olandese è un campanello d’allarme anche per il mercato italiano. L’applicazione dell’ERRU è uniforme a livello europeo e i punti raccolti all’estero concorrono esattamente come quelli rilevati sul territorio nazionale.

Rischiano:

  • le imprese, che in caso di superamento della soglia possono subire sospensione o revoca dell’autorizzazione comunitaria;
  • i gestori dei trasporti, che possono essere dichiarati non idonei per periodi variabili;
  • i conducenti, che – come dimostrato ora – possono arrivare alla sospensione della patente per cumulo di infrazioni collegate alla sicurezza, ai tempi di guida e al rispetto delle norme tecniche.

Un aspetto particolarmente rilevante per le aziende che operano con flotte numerose o in contesti ad alto rischio di infrazioni, come chi effettua trasporti ADR o attività internazionali.

Perché la vicenda cambia lo scenario

Questo primo caso europeo rende evidente che l’ERRU sta entrando in una fase di applicazione “matura”: più controlli coordinati, più scambio dati, meno possibilità di “ricominciare da zero” dopo un’infrazione commessa fuori frontiera. Per gli operatori, ciò significa rafforzare formazione, audit interni, manutenzione, controllo tachigrafi e procedure ADR: la prevenzione non è più soltanto una buona prassi, ma un fattore decisivo per la continuità operativa.

La vicenda olandese è quindi molto più di un primo provvedimento: è un avviso concreto che il sistema europeo sta diventando realmente incisivo. E che, d’ora in avanti, ogni infrazione pesa. E pesa ovunque.

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