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Mezza intesa tra governo e autotrasporto: pacchetto di riforme al vaglio e stop alle proteste

Rispetto della clausola di adeguamento del gasolio, costi di riferimento per i contratti verbali, stretta sui tempi di pagamento, revisione delle regole sull'attesa al carico e allo scarico. E poi via libera per i 240 milioni destinati al settore. Sono i punti del protocollo definito tra autotrasporto e la viceministra Bellanova. Che non contiene nulla sul gasolio perché su questo deciderà il governo. Le associazioni di settore vaglieranno le misure, si impegnano a evitare un fermo nazionale, ma confermano le manifestazione del 19 marzo

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Diplomazia al lavoro. Verrebbe da sintetizzare così il confronto tra associazioni dell’autotrasporto e la viceministra alle Infrastrutture, Teresa Bellanova. Perché se la rappresentante delegata dal ministero a occuparsi del settore ha lavorato per preparare un protocollo di intesa da sottoporre al vaglio delle associazioni, queste dal canto loro hanno preso l’impegno di scongiurare un fermo nazionale dei servizi e di valutare al proprio l’interno l’elenco delle misure che dovrebbero portare ossigeno alle imprese di autotrasporto soffocate dall’impennata dei prezzi del gasolio. Rispetto alle manifestazioni/assemblee previste per sabato 19 marzo Unatras fa sapere che «sono confermate per confrontarci con la categoria e anche per protestare contro le speculazioni sul prezzo e sulla carenza del canale extra rete». In pratica un protocollo c’è, ma bisognerà nuovamente incontrarsi per definire i punti cruciali su cui far convergere tutte le opinioni. 

La viceministra, già prima dell’incontro, aveva fatto sapere come, nella sua ottica, non fosse più rinviabile un’azione sulle accise anche se poi nella stesura del protocollo, piuttosto che su questa tematica – destinata a essere trattata dal governo nella sua collegialità, adottando, si ipotizza, un taglio di 15 centesimi già nel Consiglio del 16 marzo – ci si è concentrati su altri e variegati punti che interessano il settore nel suo complesso. Ecco quali:

  • rispetto della clausola di adeguamento del costo del carburante quale elemento essenziale del contratto di trasporto e che quindi non può essere disattesa;
  • i costi di riferimento dell’autotrasporto, da aggiornare d’ora in poi con onere del ministero a cadenza trimestrale, saranno usati come riferimento obbligatorio per i contratti verbali;
  • controlli sul rispetto dei tempi di pagamento dei contratti di trasporto, anche tramite supporto dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato e del Comitato Centrale per l’Albo nazionale degli autotrasportatori;
  • revisione delle regole attualmente in vigore sui tempi di attesa per il carico e lo scarico delle merci;
  • misure agevolative per il recepimento dell’entrata in vigore del nuovo Regolamento Europeo 1055/2020

In più Bellanova ha anche ricordato che i 240 milioni destinati all’autotrasporto come fondi strutturali per il triennio da qui al 2024 attendono il via libera della Corte dei Conti e che si farà di tutto per accelerare le procedure necessarie per renderli spendibili il prima possibile. Da ultimo è stato aperto uno spiraglio sull’eventualità di rinviare anche nel 2022 il contributo per il funzionamento dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, il cui versamento è previsto già a partire da aprile.

Infine, la viceministra ha spiegato come il lavoro fin qui condotto e portato avanti senza sosta è proprio giustificato dalla consapevolezza «delle difficoltà che il settore sta vivendo e della necessità di dare risposte anche a criticità strutturali aggravatesi nel tempo». Ma soprattutto ha aggiunto che il Protocollo è soltanto una tappa, ma non segna la conclusione del lavoro sull’autotrasporto, che andrà avanti anche in futuro con il Tavolo appositamente istituito. Perché – ha concluso – è necessario per il paese «garantire un servizio essenziale come quello dell’autotrasporto».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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