Rendere il bonus destinato all’acquisizione delle patenti da parte degli under 35 potrebbe diventare strutturale. Questa almeno sembra l’intenzione di una modifica al DDL 1689 presentato in Senato da quattro parlamentari leghisti (Tilde Minasi, Giorgio Bergesio, Elena Testor e Marco Dreosto), in cui viene richiesto uno stanziamento dedicato per la misura per ogni anno da qui al 2028, seppure una parte della torta dovrebbe essere finalizzata al conseguimento di patenti D per condurre autobus. La proposta si articola per la precisione in tre punti.
1. Più risorse dal 2026 al 2028
La proposta mira a stanziare 2,4 milioni di euro l’anno per il triennio 2026–2028, incrementando il fondo dedicato agli incentivi per il conseguimento delle patenti professionali. Questo significa che il programma non solo continuerà, ma potrà contare su risorse aggiuntive, utili a sostenere il ricambio generazionale in un settore che da anni soffre una forte carenza di autisti.
2. Il 30% dei fondi obbligatoriamente alle patenti D
La modifica più rilevante, però, riguarda la destinazione delle risorse: il 30% del budget annuale, infatti, dovrà essere riservato a chi intende conseguire la patente D, vale a dire ai futuri conducenti di autobus.
Questa novità ha un doppio effetto:
- positivo per il trasporto persone, che potrà contare su nuovi incentivi mirati;
- potenzialmente penalizzante per il trasporto merci, perché potrebbe ridurre la quota di risorse disponibili per patenti C e CE, a fronte di una domanda ancora molto elevata di nuovi autisti.
Per le aziende di autotrasporto, sarà importante monitorare quante risorse resteranno effettivamente destinate alle patenti dedicate al trasporto merci.
3. Programma prorogato fino al 2028
Il bonus patenti, che oggi scade al 31 dicembre 2026, verrebbe esteso al 31 dicembre 2028. E questa sarebbe una buona notizia per le imprese in quanto prevedere un sostegno finanziario spalmato su più anni è di certo più incisivo e consente di allargare la platea di coloro che potranno prendere in considerazione l’opportunità di affacciarsi al mestiere. D’altra parte bisogna considerare che il processo di inserimento di un giovane autista non è immediato. Tra orientamento, iscrizioni ai corsi, svolgimento delle lezioni, esami, eventuale inserimento lavorativo, può passare molto tempo. Di certo anche un anno. E se gli incentivi fossero disponibili soltanto per questo lasso di tempo, molte aziende non riuscirebbero a programmare gli ingressi o rischierebbero di restare scoperte.
Una misura pluriennale, invece, consente alle imprese di pianificare con anticipo percorsi di formazione e assunzione, di creare collaborazioni stabili con autoscuole e centri di formazione, di integrare i nuovi autisti all’interno di processi aziendali strutturati.
Senza considerare che, su questa base, anche le autoscuole e i centri formativi possono programmare i calendari dei corsi, investire in mezzi didattici, assumere nuovi istruttori.
Senza considerare che il mismatch tra domanda e offerta di conducenti professionali non è episodico: è una malattia strutturale che dura da quasi un decennio. E una misura annuale, quindi, funziona a mala pena come un cerotto.
CARATTERISTICHE DEL BONUS PATENTE
— Il “buono patente” è destinato a giovani tra 18 e 35 anni, cittadini italiani o europei, per ottenere le patenti e le abilitazioni per veicoli da trasporto di merci (es. patenti C, CE) e per il trasporto persone (es. D) e la CQC.
— Il buono copre l’80% delle spese sostenute, con un limite massimo di 2.500 euro.
— Il “buono patente” può essere richiesto una sola volta per beneficiario.
— Quando erogato, il buono non costituisce reddito imponibile e non incide sull’ISEE.


