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Telepedaggio europeo: la Commissione bacchetta sei Stati ritardatari

La scadenza per adeguarsi era il 19 ottobre 2021. Ma Belgio, Bulgaria, Ungheria, Irlanda, Polonia e Portogallo non hanno ancora attuato quel meccanismo che consente di sottoscrivere un unico contratto con un singolo fornitore per avere una sola unità di bordo operativa in tutti gli Stati membri. Se non lo fanno entro due mesi la palla passa alla Corte di Giustizia UE

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Fino a qualche anno fa i parabrezza dei camion impegnati nel trasporto internazionale erano ricoperti da dispositivi diversi con cui in ogni paese era possibile pagare il pedaggio in modo elettronico. Poi, finalmente l’Europa ha approvato nel 2019 un’apposita direttiva per armonizzare i servizi di telepedaggio. Ma le direttive sono atti normativi che fissano i principi che poi nel dettaglio ogni Stato membro dell’Unione europea deve recepire tramite una propria normativa nazionale. Oggi, a tre anni di distanza, ci sono una serie di paesi che questo recepimento non l’hanno ancora fatto. E siccome la scadenza prevista per l’adeguamento era il 19 ottobre 2021, la Commissione li ha invitato a operare in tal senso inviando loro degli specifici pareri motivati. I paesi in questione sono: Belgio, Bulgaria, Ungheria, Irlanda, Polonia e Portogallo. Tutti secondo la Commissione non hanno recepito quel sistema di pedaggio che consente agli autotrasportatori – come pure agli altri utenti della strada – di sottoscrivere un contratto di abbonamento in modo da poter disporre, in virtù del legame con un singolo fornitore di servizi, di un’unità di bordo operativa in tutti gli Stati membri

Si tenga presente che in realtà nell’ottobre del 2021 la Commissione aveva inviato una serie di lettere per mettere in mora ben 19 paesi. Ma da allora molti si sono adeguati e adesso all’appello ne mancano ancora sei. Per costoro c’è il rischio che, in caso di mancata o insoddisfacente risposta da parte loro nell’arco temporale di due mesi, la Commissione potrà decidere di deferire la questione alla Corte di giustizia dell’Unione europea. E già in questa fase se gli Stati membri non comunicano le misure di attuazione della direttiva, la Commissione può chiedere alla Corte di giustizia di imporre il pagamento di una somma forfettaria e/o di una penalità.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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