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L’incidentalità ci costa il 2% del Pil: ma si può fare di più

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Gli incidenti stradali sono 215.405 l’anno, tanto da farci piazzare al secondo posto in Europa dopo la Germania (sulle cui strade però viaggiano molti più veicoli). Ma il dato su cui riflettere in questi tempi di magra economica è soprattutto il costo generato da questi incidenti, pari a 30 miliardi di euro l’anno, in percentuale un 2% netto di Pil. Cifre esorbitanti ricordate dal presidente della Consulta per l’Autotrasporto e la Logistica, Bartolomeo Giachino, intervenendo alla presentazione della Guida alla Sicurezza curata da Viasat.
Ma è soprattutto interessante specificare che, rispetto a questo monte di costi complessivo, come ha chiarito lo stesso Giachino, l’autotrasporto rappresenta una piccola parte, sia rispetto al numero di incidenti in cui è coinvolto, che sono appena il 6,9%, sia rispetto ai costi, pari a 2,1 miliardi.
Si può fare di più? Certo, ha spiegato ancora il presidente, se si considera che «siamo tra i Paesi europei con minor numero di infrastrutture in Europa, con la maggiore quantità di veicoli in circolazione, con il parco veicolare più vecchio e, nonostante il successo della patente a punti, con un codice stradale che è il più severo in Europa». Ma si può fare di più anche perché – come ha specificato l’ex sottosegretario ai Trasporti – e «l’80% degli incidenti dipende dal comportamento alla guida».
Come a dire, che intervenendo su questi comportamenti, diffondendo una cultura, un’educazione, «una maggiore responsabilità alla guida» – come ha aggiunto il segretario generale della Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale, Umberto Guidoni – si potrebbe invertire la rotta. Attenzione, non sono chiacchiere. Lo stesso Guidoni ha sottolineato come la Fondazione Ania, «investendo negli ultimi otto anni circa 70 milioni di euro in iniziative dedicate abbia ottenuto un riscontro eloquente: un calo dei morti di circa il 45%». Sarebbe bello che sulla stessa linea si ponessero anche altri, ma – come ha constatato ancora Guidoni – «lo Stato non ha fatto altrettanto».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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