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Dalla Cina all’Europa in 18 giorni: la nuova via artica della Istanbul Bridge ridisegna il commercio globale

Dal porto cinese di Ningbo-Zhoushan a Felixstowe, in Inghilterra, in meno di tre settimane navigando attraverso l’Artico, la portacontainer ha inaugurato l'operazione «China-Europe Arctic Express», dimezzando tempi e costi di trasporto. Una rotta che anticipa le consegne, evita le attese nei porti e traccia una nuova geografia dei traffici marittimi, con riflessi geopolitici e legati al cambiamento climatico

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Della rotta attraverso il Mar Glaciale Artico, come della sua esplorazione (Antartide compresa), si parla sin dai tempi degli antichi greci, a partire da Pitea che partì da Marsiglia, allora chiamata Massalia.

Oggi, tralasciando gli altri pionieri britannici, russi o americani, la sfida si è spostata sulle rotte commerciali: pochi giorni fa la Istanbul Bridge è salpata dal porto cinese di Ningbo-Zhoushan inaugurando un percorso destinato a cambiare gli equilibri del commercio marittimo mondiale. L’Oriente si fa sempre più vicino anche grazie al cambiamento climatico — che Trump continua a negare con forza — e così facendo gli Stati Uniti rischiano di arrivare in ritardo.

Una nuova rotta commerciale

La portacontainer, battente bandiera liberiana e gestita dalla compagnia cinese Haijie, raggiungerà Felixstowe, in Gran Bretagna, dopo soli 18 giorni di navigazione attraverso l’Artico, per poi toccare anche Rotterdam, Amburgo e Danzica. Un tempo di percorrenza dimezzato rispetto ai 40-50 giorni necessari lungo la tradizionale rotta via Oceano Indiano, Canale di Suez e Mediterraneo.

L’operazione, battezzata China-Europe Arctic Express, consente di abbattere i costi di trasporto e anticipare le consegne di quasi 4.900 container destinati ai mercati europei in vista delle festività di fine anno. Il vantaggio non è solo cronologico: arrivando prima delle altre navi cinesi, la Istanbul Bridge eviterà le lunghe attese ai porti europei, che in inverno possono superare le due settimane, garantendo minori costi di magazzino e maggiore rapidità nei servizi ai consumatori.

Tempi dimezzati e costi ridotti

L’innovazione riguarda anche il modello operativo: fino a oggi le navi cinesi impegnate sulla rotta artica si limitavano a collegare un porto di partenza con un singolo approdo europeo. Per la prima volta viene disegnato un vero circuito commerciale con più scali in Asia e in Europa, ridisegnando la geografia dei traffici marittimi.

La scelta ha inevitabili risvolti geopolitici. Pur navigando lungo il Mare Settentrionale, l’armatore cinese ha deciso di non fermarsi nei porti russi: un segnale di cautela rispetto al regime di sanzioni internazionali legato alla guerra in Ucraina. Una mossa che evidenzia come Pechino voglia rafforzare la propria leadership globale senza restare intrappolata nelle tensioni che coinvolgono Mosca, l’Unione Europea e gli Stati Uniti.

Alla base di tutto resta il cambiamento climatico: lo scioglimento dei ghiacci artici rende oggi possibile ciò che fino a pochi anni fa appariva impensabile. Se la tendenza dovesse accelerare, gli esperti stimano che la finestra di navigazione libera dai ghiacci potrebbe estendersi fino a sei mesi l’anno, spalancando le porte a una rivoluzione logistica dai contorni planetari.

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