Il cuore della logistica europea rallenta. Da alcuni giorni, i porti di Rotterdam e Anversa-Bruges, tra i più trafficati del continente, stanno affrontando scioperi che stanno causando ritardi e congestioni per l’intero sistema dei trasporti. Secondo quanto riportato da Reuters, la protesta nei Paesi Bassi è iniziata l’8 ottobre con uno sciopero dei lavoratori addetti al fissaggio dei container, che chiedevano migliori condizioni contrattuali e aumenti salariali, dopo mesi di negoziati infruttuosi.
In particolare, a Rotterdam lo sciopero, inizialmente previsto per 48 ore, era stato esteso a tempo indeterminato dopo il fallimento delle prime trattative, bloccando le operazioni nei principali terminal container del porto olandese. Le attività di carico e scarico sono state sospese, con file di navi in attesa che in alcuni casi si sono raddoppiate, passando da 6-7 a oltre 13 unità. Da questa mattina, 13 ottobre, la mobilitazione è però sospesa temporaneamente: i lavoratori hanno accettato una tregua di cinque giorni, valida fino a venerdì 17, per consentire una nuova tornata di negoziati. Ma se non si troverà un accordo, il sindacato FNV ha già annunciato la possibilità di riprendere la protesta «senza limiti di durata».
Tra le rivendicazioni principali figurano un aumento salariale del 7%, l’automatismo dell’adeguamento all’inflazione e maggiorazioni per i turni straordinari. Le aziende hanno offerto incrementi tra il 4% e il 6%, giudicati insufficienti dai rappresentanti dei lavoratori.
In Belgio, la tensione si concentra sul fronte dei piloti portuali fiamminghi, che hanno contestato la riforma delle pensioni proposta dal governo federale. La misura, riferisce ancora Reuters, comporterebbe una riduzione fino al 45% dei trattamenti futuri. Il porto di Anversa-Bruges, che normalmente gestisce 60-80 navi al giorno, è sceso nei giorni scorsi a poco più di 30 attracchi quotidiani.
I due porti, che insieme rappresentano oltre il 20% del traffico container europeo, sono un nodo vitale per la catena logistica del continente. Le aziende di spedizione hanno segnalato ritardi nelle consegne e costi extra per lo stoccaggio dei container in attesa, con possibili ripercussioni anche su alimentari, beni di consumo e farmaci. Come sottolinea Maritime Gateway, questa situazione rischia di creare un effetto domino su tutta la rete dei trasporti terrestri e intermodali, con congestioni previste anche nei porti alternativi del Nord Europa, da Amburgo a Le Havre.