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Marx (Acea): «La tecnologia senza la politica non riuscirà a pulire le emissioni dei camion»

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Il 6 dicembre, gli amministratori delegati dei costruttori di camion europei riunitisi a Bruxelles per la riunione del consiglio di amministrazione della European Automobile Manufacturers’ Association (ACEA), hanno confermato il loro pieno impegno a contribuire alla transizione verso un trasporto merci a zero emissioni, ma hanno anche sottolineato che questa transizione non può avvenire senza radicali cambiamenti politici da parte dell’Unione Europea e dei governi di tutti gli Stati membri. Il perché è presto detto. All’inizio di quest’anno, l’UE ha adottato alcune norme sulle emissioni di CO2 per i veicoli pesanti che prevedono un taglio del 15% delle emissioni per il 2025 e del 30% nel 2030. Questi rigorosi obiettivi in materia di CO2 stanno obbligando tutti i produttori a incrementare massicciamente gli investimenti in propulsori alternativi. Prova ne sia che già oggi comincia a delinearsi un’offerta crescente di autocarri a basse emissioni e a zero emissioni.

«Se guardiamo al parco totale degli operatori di trasporto di oggi, è chiaro che il mercato dovrà essere completamente ribaltato in un arco di tempo estremamente breve», ha sottolineato Gerrit Marx, Presidente del Consiglio per i veicoli commerciali di ACEA e Presidente di CNH Industrial Commercial Vehicles and Speciality.

I nuovissimi dati pubblicati da ACEA mostrano che il 98,3% di tutti gli autocarri pesanti e medi (oltre 3,5 tonnellate) sulle strade europee oggi funzionano a gasolio. I veicoli a carica elettrica rappresentano una quota trascurabile di tutti gli autocarri in circolazione (0,01%, ovvero uno su 10.000 veicoli), e circa lo 0,4% di tutti gli autocarri nell’UE funzionano a gas naturale.

«Se vogliamo trasformare questo quadro sorprendente e convincere i trasportatori a passare a veicoli a basse e a zero emissioni su larga scala, l’Europa ha urgente bisogno di introdurre un pacchetto di misure politiche coerenti», ha sostenuto Marx. Il riferimento è, per esempio, alla rapida introduzione di infrastrutture di ricarica e di rifornimento dedicate per i camion, oggi completamente assenti, e all’introduzione di incentivi significativi per rendere questi veicoli una scelta commercialmente sostenibile e competitiva per gli operatori del settore dei trasporti, favorendo così il rinnovo del parco veicoli.

La revisione della direttiva Eurobollo dovrebbe inoltre consentire di differenziare i diritti di utenza stradale in funzione delle emissioni di CO2. «Gli Stati membri – ha dichiarato Marx – devono intensificare gli sforzi in tutti questi settori». «La priorità dovrebbe ora essere la creazione di una domanda reale del mercato per i veicoli a basse e a emissioni zero. L’imposizione di quote di vendita vincolanti per i produttori, da sola, non incoraggerebbe in alcun modo le imprese di trasporto ad acquistare autocarri a propulsione alternativa».

Ricordiamo che secondo i dati ACEA 2019 in Europa circolano attualmente 6,6 milioni di camion. Con oltre 1,1 milioni di autocarri, la Polonia ha il più grande parco autocarri dell’UE, seguita da vicino da Germania e Italia. L’età media di questi veicoli è in crescita: i camion hanno in media 12,4 anni nell’Unione europea, rispetto agli 11,7 anni che si registravano nel 2013

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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