Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi il decreto Cura-Italia che contiene le misure economiche necessarie a contenere e fronteggiare gli effetti negativi dell’emergenza coronavirus. Il provvedimento stanzia complessivamente circa 25 miliardi di sostegno all’economia (compresi aiuti per medici, lavoratori, famiglie e imprese) e mobilita altri finanziamenti per 350 miliardi.
In attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, possiamo anticipare che si tratta di misure che dovrebbero avere un impatto positivo sul trasporto merci, specie per quanto riguarda il comparto marittimo.
Quattro i provvedimenti che sono stati inseriti nella legge e cioè:
1) Sospensione versamenti di ritenute e contributi – La misura, valida fino al 31 maggio, interessa 16 filiere, compreso il trasporto merci (inserito alla fine tra quelle indicate nell’articolo 58) e riguarda i versamenti di ritenute, contributi previdenziali e assistenziali e dell’Iva di marzo. Tale sospensione interessa tutti i contribuenti a prescindere dal tetto di fatturato di 2 milioni di euro previsto per imprese, autonomi e professionisti di altri settori. La ripresa dei versamenti, poi, potrà avvenire in un’unica soluzione o in cinque rate.
2) Sospensione pagamento canoni lavori portuali – Per affrontare l’improvvisa riduzione dei traffici marittimi del trasporto merci, è sospeso il pagamento dei canoni relativi a terminalisti, imprese portuali e fornitori di manodopera temporanea (artt. 16, 17 e 18 legge 1994/84), riguardo operazioni e servizi portuali effettuati tra la data di entrata in vigore del decreto e il 31 luglio 2020. Il pagamento dei canoni sospesi andrà effettuato entro e non oltre il 31 dicembre 2020, anche mediante rateazione e senza applicazione di interesse, secondo le modalità stabilite da ciascuna Autorità di Sistema Portuale.
3) Pagamento differito dei diritti doganali – Sempre per mitigare gli effetti economici del contagio, i pagamenti dei diritti doganali, in scadenza tra la data di entrata in vigore della disposizione ed il 30 aprile 2020, sono differiti automaticamente di ulteriori 30 giorni, senza applicazione di interessi.
4) Proroga circolazione veicoli in prova, da regolarizzare o revisionare entro fine luglio 2020 – Sempre in considerazione dello stato di emergenza nazionale, sono infine autorizzati a circolare fino al 31 ottobre 2020 i veicoli da sottoporre entro il 31 luglio 2020 alle attività di visita e prova di cui agli art. 75 e 78 del Codice della Strada («accertamento dei requisiti di idoneità alla circolazione» e «omologazione e modifiche delle caratteristiche costruttive dei veicoli in circolazione, aggiornamento della carta di circolazione») ovvero alle attività di revisione di cui all’art. 80 CdS.
Altre decisioni che dovrebbero essere entrate nel decreto riguardano:
– il rinvio a tutto ottobre dei contributi delle imprese per il funzionamento dell’Autorità di regolazione dei trasporti, dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato e dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni;
– l’incremento del Fondo di garanzia per le Pmi che dovrebbe salire da 1 a 1,2 miliardi, rendendo peraltro gratuito l’accesso per 9 mesi. La garanzia diretta viene fornita fino a una percentuale massima di copertura dell’80% (90% per controgaranzia dei Confidi) per importi massimi garantiti per singola impresa di 1,5 milioni. Oltre tale soglia e fino a 5 milioni, la percentuale di copertura del finanziamento si baserà sul modello di rating alla base del funzionamento del Fondo;
– la nomina di commissari straordinari dotati di particolari poteri per la realizzazione di una serie di 21 opere infrastrutturali fra strade, ferrovie, dighe e bacini idrici (accompagnata da misure urgenti per la riduzione dei tempi di realizzazione dei progetti di lavori pubblici);
– il potenziamento, in aggiunta a quanto deciso in legge di bilancio, di marebonus (40 milioni per il 2020 e 20 per il 2021) e ferrobonus (rispettivamente 26 e 15 milioni per le due annate).
In questi due ultimi casi il problema è quello di trovare la copertura finanziaria.
Infine, riguarda un po’ le imprese di tutti i settore lo slittamento al 30 giugno 2020 della dichiarazione Iva 2020, per il 2019, in scadenza il 30 aprile. Non cambiano invece gli obblighi rispetto alla fatturazione elettronica e ai corrispettivi telematici. Per il saldo Iva 2019, invece, il cui termine ordinario è scaduto il 16 marzo, ma che è comunque versabile entro il 20 marzo, i contribuenti privi di qualsiasi beneficio in termini di sospensione, anche perché nel 2019 hanno raccolto ricavi o compensi superiori a 2 milioni di euro, possono eseguire il pagamento entro il 30 giugno 2020, versando una maggiorazione dello 0,40% per ogni mese o frazione di mese successiva al 16 marzo. Lo slittamento può scivolare anche fino al 30 luglio 2020, ma la maggiorazione sale di un ulteriore 0,40%.
Positivo il commento del presidente di Confetra, Guido Nicolini «Aspettiamo di leggere i testi consolidati, ma il ministro Gualtieri è stato chiaro: la filiera logistica e del trasporto merci rientra tra i settori più immediatamente colpiti dall’emergenza. Quindi beneficerà delle misure compensative, fiscali e amministrative e degli strumenti agevolativi previsti dal Decreto. La ministra De Micheli ha rispettato gli impegni politici assunti con le categorie. È importante, soprattutto, nel dramma che stiamo vivendo, aver affermato il principio che la logistica e il trasporto merci sono una priorità vitale del Paese e del suo sistema produttivo».