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Nuovi adempimenti per distributori aziendali: per l’autotrasporto un conto da 30 milioni

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30 milioni di euro all’anno: è questo – secondo i calcoli di Trasportounito – il costo salato che dovranno pagare le aziende di autotrasporto per mettere in regola i propri distributori interni di carburante, adeguandosi agli adempimenti imposti dal governo in materia di accise. 

Più precisamente per i distributori superiori a 5 metri cubi diventerà necessario – ricorda l’associazione – la «presentazione di una istanza/denuncia dell’attività di erogazione agli uffici delle Agenzie delle Dogane competenti per territorio, nonché la tenuta del registro di carico e scarico e la conseguente dichiarazione di fine anno». Alla fine, si tratterà di far fronte a «un costo amministrativo che, fra istanze, regolamentazioni comunali, vigili del fuoco, verifiche, controlli e comunicazioni, è stimato -appunto – in 30 milioni di euro annui».

Ma non è tutto, perché se queste stesse imprese obbligate a tale esborso non si metteranno in regola, perderebbero pure, sempre dal prossimo aprile, la possibilità di ottenere il recupero trimestrale delle accise. Ecco perché il segretario di Trasportounito, Maurizio Longo, pur condividendo l’esigenza di regolamentare al meglio l’uso dei carburanti, contesta la strada seguita, «quella che transita attraverso un metodo repressivo, nonché l’imposizione di obblighi, adempimenti e sanzioni». Secondo Longo, «muovendo da un’analisi più approfondita si sarebbero raggiunti i medesimi risultati garantendo però all’autotrasporto contropartite in materia di acquisti collettivi di carburante, procedure semplificate e contenimento dei costi». 

 

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