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Padova: fermato autista ubriaco con patente scaduta e tempi di guida sforati

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Diciamolo prima: riferiremo una notizia che ha poco a che fare con l’autotrasporto. Perché se una persona è occupata e, quindi, vive e lavora svolgendo una professione, non si comporta come il conducente di veicoli pesanti di 59 anni intercettato ieri sulla A4 e fermato poi al casello di Padova Est dalla polizia stradale. L’uomo, di origine rumena, ha inanellato una serie di infrazioni molto gravi e tutte in successione. La prima è maturata quando gli agenti gli hanno chiesto la patente, lui l’ha prontamente presentato e lì si è subito appurato che il documento era scaduto. Non sappiamo da quanto, ma in generale quale autista professionale guida con una patente scaduta? E comunque già qui siamo davanti a un’infrazione che comporta una sanzione da 636 euro, oltre al ritiro della patente.

Ma andiamo avanti con il secondo blocco di mancanze, quello relativo ai tempi di guida: l’autista guidava tranquillamente senza minimamente interessarsi del tachigrafo e della normativa. E quindi era andato molto oltre il consentito senza preoccuparsi di quanto faceva. E anche qui gli agenti gli hanno preparato un verbalino da 760 euro.

Il vero colpo di teatro, però, è il terzo. Quello manifestatosi quando gli agenti, resisi conto che l’uomo era un po’ imbambolato e reagiva alle loro sanzioni in maniera fin troppo pacifica, hanno deciso di sottoporlo ad alcoltest. E qui la scoperta clamorosa: quell’uomo aveva nel sangue un tasso di alcol di 2,23 g/l. Ora è inutile ricordare che in realtà i conducenti professionali dovrebbero restare a zero e quindi di astenersi completamente dall’uso di alcolici, ma qui parliamo della fascia più alta di infrazione (superiore a 1,5 g/l). Quindi le sanzioni in questo caso sono tante e in qualche caso (giustamente) fatali, nel senso che mettono in crisi la stessa continuazione della professione. 

Perché con un valore alcolemico superiore a 1,5 g/l non soltanto l’ammenda può arrivare a 9.000 euro, non soltanto si rischia l’arresto da otto a diciotto mesi, ma anche la patente di guida viene revocata e a quel punto per poterla riavere l’interessato deve nuovamente sottoporsi all’esame come se la prendesse per la prima volta. In più c’è il sequestro del veicolo finalizzato alla confisca. E in più un tasso di questo tipo (ma in realtà già un tasso superiore di 0,8 g/l) diventa un pretesto che il datore di lavoro può utilizzare per licenziare l’autista per giusta causa

Ci sarebbe stata soltanto una condizione ancora più grave: quella in cui l’autista ubriaco avesse provocato un incidente. Perché a quel punto tutto quanto raccontato in termini di sanzioni si sarebbe raddoppiato. Ma per fortuna non siamo qui a raccontarla…

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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