Un’architettura in grado di dialogare con altri sistemi installati in aziende committenti o in nodi infrastrutturali come i porti per portare nella cabina del camion informazioni preziose per innalzare la qualità del servizio. Sono i sistemi TMS, Transport Management System, “arrivati a buonissimi livelli di tecnologia”, come spiega in questa intervista Mauro Pederzolli, Ceo di Sima, l’azienda del Gruppo Zucchetti in procinto di unire le forze con Replica Sistemi. La sfida – secondo Pederzolli, intervenuto nell’ambito di un incontro, promosso da Transporeon, la piattaforma leader nella gestione del trasporto, in Franciacorta, per presentare un esempio di logistica collaborativa basata sullo scambio dei dati tra Codognotto e ABS (Acciaierie Bertoli Safau), con il supporto di Sima (Gruppo Zucchetti) – è far assimilare le tante novità alle aziende e al mercato”.
Avete annunciato una fusione entro fine anno…
Sì, Sima, società che sviluppa Transport Management System (TMS) dal 2018 è parte del gruppo Zucchetti che controlla anche Replica Sistemi, società specializzata e riferimento in Italia per il Warehouse Management System (WMS), quindi per tutta la parte di gestione logistica e magazzino. Abbiamo valutato, essendo entrambe nel Gruppo Zucchetti, di fare sinergia tra i due applicativi e semplificare le cose, unendo le società.
Quindi offrirete un solo prodotto per flotta e magazzino?
Abbiamo due prodotti che si parlano, ma che sono molto verticalizzati, pensati per le aziende di autotrasporto che sempre più spesso gestiscono anche magazzini. Alla fine, i prodotti che offriremo saranno addirittura quattro: il TMS con un logistico light pensato per il trasportatore, un WMS fatto per chi fa logistica complessa con ampie dimensioni e clienti importanti, un TMS per la gestione del trasporto per la distribuzione e uno per l’ultimo miglio.
Questi sistemi si integrano nella digitalizzazione della logistica a livello nazionale? Per esempio, dialogano con le infrastrutture portuali?
Assolutamente. I nostri sistemi dialogano con i Port Community System (PCS). Abbiamo accordi commerciali con i gestori di queste tecnologie. In generale, preferiamo collaborare con altre realtà specializzate in alcuni segmenti. Come, per esempio, con Transporeon con cui collaboriamo per altre tipologie di operatività.
Come si presenta l’interfaccia dei vostri sistemi per l’autista?
L’autista ha a disposizione un’App che funziona su un qualsiasi dispositivo: uno smartphone personale, aziendale o il sistema satellitare a bordo del mezzo. Attualmente, siamo connessi con 55 sistemi satellitari diversi, di diverse marche. Quindi sul camion arriva l’informazione del cambiamento di slot, le indicazioni di percorso, le indicazioni dall’azienda, la presa in carico da parte del trasportatore. È anche possibile tenere sotto controllo tutto quello che accade e l’autista può cambiare l’esecuzione se trova impedimenti, fornendo informazioni sia all’azienda che al sito di consegna. Il committente stesso vede in tempo reale i tempi di consegna vengono modificati.
Questo dialogo viene incontro al problema delle attese al carico?
Sicuramente aiuta. Soprattutto ottimizza il livello di interazione tra il trasportatore e il cliente finale fornendo dati precisi per la misurazione della qualità del servizio.
Avete soluzioni in più lingue?
L’App lavora con 22 lingue con possibilità di scrivere nella propria lingua e tradurre istantaneamente il messaggio nella lingua di chi legge.
Quale evoluzione di questi sistemi ci dobbiamo aspettare nei prossimi anni?
Adesso siamo già a un buonissimo livello. Il problema vero è che abbiamo sviluppato molte novità e adesso le aziende devono assimilarle. Quindi, l’evoluzione non è tanto in quello che noi proporremo al mercato, ma quanto il mercato riuscirà a recepire.


