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Protesta all’interporto di Rivalta Scrivia contro il licenziamento di due autisti di Autamarocchi

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L’8 febbraio, dalle 4 alle 13, all’Interporto di Rivalta Scrivia un centinaio di lavoratori hanno protestato contro tre licenziamenti avvenuti nei giorni scorsi. Due, in particolare, hanno colpito due autisti della Autamarocchi e il terzo un carrellista della cooperativa Lvs, attiva nella struttura interportuale. La protesta ha anche coinvolto i camion della Katoen Natie, ai quali è stato impedito l’accesso e l’uscita da Rivalta. Il sindacato SI Cobas, incontrando i rappresentanti di questa società belga, legata da rapporti di fornitura con le cooperative, hanno fatto richiesta di reintegrare i lavoratori licenziati e di ricorrere alla rotazione della cassa integrazione per i quasi 300 lavoratori delle cooperative BPB e LVS.

Se questa vertenza, attraverso la mediazione della Kaoten, potrebbe trovare soluzione già venerdì, per i due autisti Autamarocchi invece il percorso appare più difficile.
L’amministratore dell’interporto, Erik Klönhammer, ha tenuto a precisare che l’aria pesante che si respira all’interno della struttura e che è sfociata nella protesta dei giorni scorsi, «è frutto principalmente del malcontento di alcuni dipendenti di una società del settore autotrasporti, interessati da un provvedimento di licenziamento da parte della stessa.
La Direzione dell’Interporto di Rivalta si è impegnata nelle difficili trattative al fine di limitare i disagi e ripristinare la situazione di normalità nel più breve tempo possibile».

Ricordiamo che nell’ultima settimana di gennaio c’era stato un tentantivo di conciliazione di SI Cobas con Autamarocchi per evitare il licenziamento dei lavoratori a rischio. Da parte di Autamarocchi – stando a quanto riferito dai rappresentanti sindacali – alla base del licenziamento ci sarebbe una diminuzione del lavoro. Da SI Cobas, invece, replicano sostenendo che i licenziamenti sono illegittimi in quanto basati su un criterio di scelta immotivato e discriminatorio: la scelta dei dipendenti di non aderire a un contratto aziendale giudicato “penalizzante”. A renderlo tale, spiegano sempre i rappresentanti sindacali, sarebbe il riconoscimento per le trasferte con notte trascorsa sul camion di 26 euro rispetto ai 41 previsti dal Contratto Collettivo, e soprattutto e il pagamento a chilometraggio.

Al riguardo le normative in vigore prevedono che, entro 60 chilometri dalla partenza, la parte datoriale riconosca all’autista un quarto d’ora di straordinario e una trasferta minima di 21,80 euro, a prescindere dalle ore in cui l’autista stesso è stato effettivamente impiegato. 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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