Cos’è la residenza normale rispetto alla patente di guida? Per il ministero dei Trasporti, come si deduce dalla circolare n. 7791 del 3 aprile, corrisponde al luogo in cui la persona dimora abitualmente (almeno 185 giorni all’anno) per interessi personali e professionali o, nel caso di una persona che non abbia interessi professionali, per interessi personali che rivelino stretti legami tra la persona e il luogo in cui essa abita. Però, se una persona ha interessi professionali situati in un luogo diverso da quello degli interessi personali e quindi soggiorna alternativamente in luoghi diversi che si trovino in due o più Stati membri, allora la residenza normale è il luogo in cui si hanno gli interessi personali, a condizione che vi ritorni regolarmente. Condizione ovviamente non necessaria se la persona effettua un soggiorno in uno Stato membro eseguire una missione a tempo determinato.
Il ministero precisa che il principio della residenza normale si applica anche ai cittadini italiani e che la residenza normale è richiesta se il conducente non è in possesso di residenza anagrafica in Italia.
Infine, per fornire la prova della residenza normale i cittadini debbono allegare alla documentazione richiesta normalmente anche una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. I cittadini extracomunitari, invece, possono provare la residenza normale esibendo il permesso di soggiorno, che gli uffici della motorizzazione acquisiscono in fotocopia.