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RENTRI, geolocalizzazione solo con accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro

Una FAQ pubblicata sul sito dell’Albo nazionale gestori ambientali chiarisce che le aziende iscritte alla categoria 5 che effettuano trasporto di rifiuti pericolosi, tenute ad installare entro il 31 dicembre prossimo sistemi GPS, sono tenute a seguire le indicazioni dell’INL, ovvero prevedere accordi sindacali o chiedere l’autorizzazione all’Ispettorato del Lavoro prima di procedere

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Servirà un accordo sindacale o l’autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro prima di installare i sistemi di geolocalizzazione sui camion che fanno trasporto di rifiuti pericolosi, iscritti nella sezione 5 dell’Albo nazionale gestori ambientali. È stato proprio l’ente del ministero dell’Ambiente a chiarire il passaggio con una FAQ pubblicata di recente sul proprio sito (qui il link https://www.albonazionalegestoriambientali.it/Public/Faq) chiamando in causa la circolare 2/2016 dell’Ispettorato del Lavoro che chiarisce le modalità operative degli impianti GPS sui luoghi di lavoro. 

L’installazione del GPS a bordo dei mezzi è un passaggio importante richiesto nell’ambito dell’attuazione del sistema RENTRI per la tracciabilità dei flussi dei rifiuti, al quale la redazione di Uomini e Trasporti ha dedicato una guida pratica “Rifiuti 4.0 – L’era del RENTRI” edita con il patrocinio dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali che verrà presentata in anteprima il prossimo 4 novembre nell’ambito della fiera Ecomondo a Rimini (l’evento è gratuito: ai partecipanti verrà data in omaggio una copia del libro).

Dal 1° luglio 2025 è scattato l’obbligo di installare sistemi di geolocalizzazione per le aziende iscritte al RENTRI nella categoria 5, quella per il trasporto di rifiuti speciali pericolosi, ovvero sostanze che presentano caratteristiche pericolose per la salute umana o per l’ambiente come per ad esempio, rifiuti chimici, medici, o industriali. Una circolare del 22 maggio 2025 dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali applica la Deliberazione n. 3 del 19 dicembre 2024 con la quale veniva introdotto l’obbligo. Fino al 31 dicembre le aziende iscritte dovranno attestare la presenza di questi sistemi mediante la sottoscrizione di una dichiarazione generata automaticamente dalla piattaforma informatica. Dal 1° gennaio 2026, invece, la presenza di sistemi di geolocalizzazione sarà un requisito da attestare direttamente al momento di presentazione delle domande di iscrizione o variazione del parco veicolare. È atteso un decreto attuativo del ministero dell’Ambiente per stabilire le modalità di trasmissione dei dati relativi ai percorsi, che comunque scatterà dal 2027. 

Nel frattempo, l’ente guidato da Daniele Gizzi è intervenuto sulla procedura di installazione del GPS richiamando la circolare 2/2016 dell’Ispettorato del Lavoro che indica la procedura per l’installazione dei sistemi nei luoghi di lavoro: “Le relative apparecchiature – si legge nella circolare – possono essere installate solo previo accordo stipulato con la rappresentanza sindacale ovvero, in assenza di tale accordo, previa autorizzazione da parte dell’Ispettorato nazionale del lavoro (art. 4, comma 1, della L. n. 300/1970 come modificato dall’art. 5, comma 2, D.Lgs. n. 185/2016)”. 

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