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Rifiuti, il RENTRI diventa palestra di digitalizzazione per la logistica

L’80% degli errori in meno con i formulari digitali, informazioni più puntuali per aziende e istituzioni. Il sistema per i rifiuti si candida a diventare una “palestra” per altri settori della logistica. L’indicazione è emersa nell’ambito della presentazione del volume di Uomini e Trasporti “Rifiuti 4.0: l’era del RENTRI” che si è tenuta ieri a Ecomondo. Ancora nodi da sciogliere per la formazione degli autisti e la geolocalizzazione dei mezzi per chi trasporta rifiuti pericolosi

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Errori abbattuti dell’80% nella gestione dei trasporti dei rifiuti, anche nelle aziende di medie e piccole dimensioni. E’ l’effetto del RENTRI, il sistema per la tracciabilità dei flussi che può già contare su 30 milioni di formulari compilati digitalmente, espressione di 60 milioni di movimentazioni che potrebbero diventare 100 milioni entro la fine dell’anno. Alla piattaforma, attiva dallo scorso anno, sono già iscritte 164mila imprese, 268mila unità locali, 380mila incaricati (che accedono con SPID). I trasportatori accreditati sono 44.000 con un parco di 806mila veicoli. “Un dato anomalo – fa notare Daniele Gizzi, Presidente dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali – se si considera che le aziende di trasporto iscritte all’Albo sono 22.879. È probabile che anche i produttori si siano iscritti come trasportatori”. Sono questi alcuni dei dati emersi ieri nell’ambito della presentazione del volume «Rifiuti 4.0: l’era del RENTRI» di Uomini e Trasporti, edito da Federservice con il patrocinio dell’Albo Gestori Ambientali (qui il volume) a Ecomondo.

Un evento per fare il punto su come le aziende stanno affrontando il cambiamento nel segno del digitale, imposto dall’entrata in vigore del sistema che coinvolge, in tempi diversi, tutti gli attori della filiera dei rifiuti. “Un obbligo inserito nel PNRR – come ha ricordato Luca Proietti, Capo della Direzione generale per l’economia circolare del ministero dell’Ambiente – che offrirà alle istituzioni molti dati affidabili. Tutto ruoterà intorno ai dati e alle informazioni che saremo in grado di estrarre”.

Ecco che la digitalizzazione comincia ad affascinare le aziende di logistica, consapevoli che l’informazione è alla base della competitività, come ha ricordato Claudio Villa, Presidente di Federtrasporti aprendo l’incontro. “Conoscenza e cultura – ha detto – rendono le aziende più competitive”. Questo vale per le grandi aziende di autotrasporto e logistica rappresentate da Anita presente al tavolo. “La dematerializzazione introdotta con il RENTRI nel trasporto dei rifiuti – ha sottolineato Giuseppina della Pepa, segretario generale dell’associazione confindustriale – sta trainando anche altre aziende. In cerca di una maggiore consapevolezza e rispetto dei dati acquisiti, tanto da diventare un modello esportabile per altre tipologie di trasporti. Sappiamo quanto la digitalizzazione delle filiere sia fondamentale per lo sviluppo della logistica”.

Anche le medie e piccole aziende stanno cominciando a focalizzare i benefici apportati dalla digitalizzazione. “Il RENTRI sta avendo un impatto positivo per le nostre aziende – ha ammesso Davide Segurini, Direttore Coneco, un consorzio associato Confartigianato Trasporti – Ci permette di portare innovazione e di abbattere circa l’80% degli errori nei formulari”. 

Tuttavia, rimangono alcune difficoltà. In primis, il doppio regime tra formulari digitali e cartacei che il sistema ammette. Un doppio binario, richiesto dalle stesse associazioni al momento dell’avvio della piattaforma, che però in questo momento rischia di confondere gli autisti costretti a tenere presente entrambe le procedure. “Spero che non serva un decreto del Mase – ha detto Gizzi – per spegnere il cartaceo, spero che il sistema si esaurirà da solo”. Altro nodo da sciogliere è la formazione degli autisti. “Abbiamo raccolto una serie di indicazioni pratiche – ha specificato Paolo Moggi, responsabile formazione e qualità di Federtrasporti e coautore del volume – a beneficio degli autisti e per la loro formazioni rispetto alle App da usare”.

Altro punto importante la geolocalizzazione, un obbligo che è scattato lo scorso luglio per le aziende che trasportano rifiuti pericolosi e che diventerà cogente dal 1° gennaio 2026. “A oggi, su 7430 aziende (con 8.000 veicoli) che dovrebbero adempiere all’obbligo – ha detto il presidente dell’Albo gestori ambientali – hanno notificato l’installazione dei sistemi solo 900 imprese con 12.000 veicoli”. Una percentuale molto bassa che fa pensare a ingorghi e corse dell’ultim’ora. Inoltre, da gennaio potrebbe aprirsi un periodo di sperimentazione dell’invio dei dati che andrà a regime dal 13 febbraio 2027. Si attende nelle prossime settimane un decreto del ministero dell’Ambiente con le indicazioni su questo passaggio. 

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